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lunedì 1 aprile 2013

I romeni in Italia: al 1° posto tra la forza lavoro straniera, raddoppia la loro presenza nelle scuole

(27/03/13)

Sono oltre 1 milione i romeni in Italia e rappresentano la componente maggioritaria della forza lavoro straniera. I più giovani sono ben inseriti nelle scuole. In oltre 5mila sono iscritti all’Università. Questi alcuni dei dati presentati lo scorso 22 marzo durante il convegno ‘L’integrazione dei romeni in Italia tra famiglia e lavoro’ promosso dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) nell’ambito della Settimana contro le discriminazioni.

Nel 2012 i cittadini romeni si sono confermati nel panorama dell’Unione Europea come la collettività con una maggiore propensione alla mobilità all’interno dei paesi comunitari. Il nostro paese detiene il primato europeo per presenza di cittadini romeni sul territorio nazionale, ben 1.071.342 presenze (il 20,8% in più in due anni).

Tra gli immigrati, che sono diventati una componente fondamentale della forza lavoro, la quota dei romeni è quella maggioritaria, rappresentano il 22,8% della forza lavoro straniera. I settori di inserimento prevalenti sono: edilizia (23,3%), agricoltura (5,4%), ristorazione (7,5%), oltre alla collaborazione domestica (22%).

Alla presenza crescente dei romeni in Italia corrisponde l’aumento di diversi indicatori, ad esempio, anno dopo anno cresce il numero dei romeni che acquistano la cittadinanza italiana: nel 2011 sono stati 1.294 i romeni naturalizzati, preceduti dai cittadini albanesi e marocchini. Ad acquisire la cittadinanza sono state in prevalenza le donne romene (1.037), prevalentemente a seguito di matrimonio con un uomo italiano.

Tra il 2000 e il 2011 sono nati in Italia complessivamente 89.093 bambini con madre romena e padre straniero, la prima leva di una ‘seconda generazione’ di italiani. I più giovani sono ben inseriti nelle istituzioni scolastiche: nell'anno 2011-2012 sono ben 141.050 gli iscritti ai vari ordini scolastici - il doppio rispetto a cinque anni fa - di cui circa 5.714 sono gli iscritti alle varie Universita' italiane.

In media, una famiglia con un membro romeno in Italia puo' contare su un reddito annuo di circa 15mila euro, a fronte di circa il doppio a disposizione di una famiglia composta da soli italiani. E non mancano situazioni anche più difficili: tra le famiglie con un componente romeno il 48,5% è a rischio povertà a causa di un reddito annuo inferiore ai 9.382 euro, il 29,4% vive in condizioni di deprivazione materiale, ed ha difficoltà di accesso ad un insieme di beni durevoli, il 17%, invece, ha difficoltà ad arrivare a fine mese.

Il lavoro è il principale motivo dello spostamento, non è un caso che nel 2011 l’incidenza degli occupati romeni sulla presenza complessiva della collettività sia stato pari al 67,3%. La crisi economica ha portato ad un incremento dei disoccupati, il cui tasso ha raggiunto il 12,4%. Una delle risposte più ricorrenti alla perdita del lavoro sembra essere stata quella di uscire dallo stato di disoccupazione avviando un’ attività in proprio ( il 4,5% dei lavoratori romeni sono imprenditori o dirigenti).

Le famiglie romene subiscono inoltre gli effetti negativi dovuti alla scelta di emigrare, si assiste a problemi di frantumazione dei nuclei familiari: molti anziani vengono abbandonati nei villaggi rurali, le separazioni delle coppie da temporanee diventano definitive, ed, infine, i minori, i cosidetti ‘orfani sociali’( 350mila) sono vittime del ‘care drain’, ovvero sentendo di essere stati abbandonati dai genitori all’estero, sviluppano ogni sorta di problemi, tra cui abbandono scolastico e problemi comportamentali e psico-affettivi.

Fonte: ProgrammaIntegra

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