IL CASO
Schiave romene: i diplomatici dell'est incontrano il Prefetto di Ragusa
Il caso sollevato dall’Espresso arriva in Romania. Il Ministero degli Affari Esteri risponde che mancano “segnalazioni delle vittime”. Le braccianti “sentite” dai carabinieri nelle serre
DI ANTONELLO MANGANO
24 ottobre 2014
La vicenda delle schiave della provincia di Ragusa arriva in Romania. Il giornale “Gazeta Romaneasca” – attento alle vicende degli emigrati - ha ripreso l’inchiesta dell’Espresso con una serie di articoli.
Il Ministero degli Affari Esteri del paese dell’Est ha quindi risposto comunicando che sono in corso verifiche e approfondimenti, ma non risultano denunce in merito da parte delle vittime. Le ultime segnalazioni ricevute risalirebbero al 2010.
Dopo le denunce dell'Espresso e le interrogazioni parlamentari, il caso delle giovani braccianti dell'est abusate dai padroni nelle campagne siciliane è ora al centro di un'inchiesta dell'Arma. Centinaia le persone già controllate
Sia le autorità italiane che rumene mettono in evidenza l’assenza di denunce e la necessità di trovare riscontri. Eppure esistono i fascicoli raccolti nell’attività antitratta della cooperativa Proxima e le denunce del sindacato. Gli operatori sociali, inoltre, osservano che una denuncia è il frutto di una lunga opera di mediazione e quasi mai è spontanea.
Intanto il 17 ottobre il Prefetto di Ragusa Annunziato Vardè ha ricevuto Carmen Liliana del Consolato di Romania. «Al centro dell'incontro i fatti riportati alla ribalta della cronaca da una recente inchiesta giornalistica», recita il comunicato ufficiale. I prossimi obiettivi delle istituzioni sono «la ricerca di riscontri» e una «mirata strategia di intervento». Il Console ha evidenziato «l’esigenza di avere notizie attendibili sul fenomeno».
Dopo l’inchiesta dell’Espresso, due interrogazioni parlamentari sul caso delle immigrate dalla Romania violentate e seviziate. Avviato in prefettura a Ragusa l’iter per un protocollo d’intesa che coinvolgerà anche gli agricoltori. E la stampa della Romania si interessa al caso
IInoltre il “Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica” sarà esteso ai soggetti interessati alla questione. Dopo gli incontri dei giorni scorsi con alcuni parlamentari italiani , è in agenda un tavolo per la stipula di un protocollo di intesa.
Intanto i Carabinieri hanno controllato magazzini, serre e aziende tra Vittoria e Acate. I militari, in particolare, hanno interrogato le braccianti straniere presenti nelle campagne. «Le donne sono state opportunamente intervistate, mantenendone l’anonimato» recita il comunicato dell’Arma, «in merito all’eventuale esistenza di Cinquemila donne lavorano nelle serre della provincia siciliana. Vivono segregate in campagna. Spesso con i figli piccoli. Nel totale isolamento subiscono ogni genere di violenza sessuale. Una realtà fatta di aborti, “festini” e ipocrisia. Dove tutti sanno e nessuno parla
situazioni di schiavismo sessuale, e/o sottoposte a qualsiasi forma di assoggettamento psicologico o sfruttamento: tutte le informazioni acquisite sono al vaglio degli inquirenti che proseguiranno i controlli, mettendo a sistema le informazioni acquisite con quelle ottenute durante i controlli delle scorse settimane, anche se, dai primi risultati, sembrerebbe che non sussistano situazioni anomale».
Fonte: L'Espresso
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Citeste si:
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domenica 26 ottobre 2014
Schiave romene: i diplomatici dell'est incontrano il Prefetto di Ragusa
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
20:00
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1 commento:
citind toate aceste atrocitati sexuale ma intreb cum as mai putea cumpara si consuma asa zise legume.doar vazindule expuse in supermercaturi sau alte bancarele gindul imi vine la saracele femei. ma intreb dintre toate acele femei care au fost maltratate sexual nu sa gasit nesuna a cere ajutor autoritatiilor sau chiar bisericii
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