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Il recupero del corpo (Foto Umbria24) |
di Francesca Marruco
Cosa l’abbia spinta a buttarsi in acqua forse non sarà mai del tutto chiaro. Purtroppo lo è la fine che è toccata a una donna di 36 anni di nazionalità rumena, morta nel tardo pomeriggio di martedì nel lago Trasimeno, nella zona del molo di Passignano. La donna, Nicoleta Carati, era molto conosciuta perché insieme al marito gestiva un chiosco a San Feliciano.
La ricostruzione Secondo la ricostruzione dei fatti fornita dal marito che ha cercato di invano di salvarle la vita, e che si trovava con lei insieme ai due figli in barca nel lago, la donna sarebbe entrata in acqua perché l’imbarcazione si stava allontanando dal punto in cui lui e i bambini di 7 e 4 anni stavano facendo il bagno. Non è chiaro se, come appreso in un primo momento, la donna possa aver visto i figli in difficoltà, ma sembrerebbe che semplicemente si sia buttata in acqua per restare vicino a loro.
La barca e il malore La barca, non ancorata, si sarebbe allontanata, e mentre il marito cercava di recuperare il piccolo natante, lei sarebbe stata colpita da un malore che l’ha fatta cadere a picco nelle acque torbide del Trasimeno. Con i suoi bambini a pochi metri da lei. Momenti di panico e corsa contro il tempo per salvarla. Ma non c’è stato nulla da fare.
Soccorsi inutili Tutto inutile, anche l’intervento del marito che l’ha tirata fuori dall’acqua, l’ha messa nella barca e portata sul pontile più vicino. Ha subito chiamato i soccorsi, ma la morte non le ha lasciato scampo.
Autopsia Adesso sarà l’autopsia, disposta dal pm di turno Massimo Casucci, a stabilire con certezza la causa della morte. Ad un primo esame esterno infatti, il medico legale Luca Pistolesi che ha effettuato la ricognizione cadaverica, ha parlato di malore. Sul posto anche i militari della compagnia di Città della Pieve del tenente Milillo.
Fonte: Umbria24
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