Cronache
di Alessandro Corroppoli
Portocannone. La protesta corre sul web. A Portocannone da alcuni mesi a questa parte una parte della comunità è in balia delle festicciole notturne dei tanti immigranti romeni che popolano il paese. Se in un primo periodo venivano accolte con simpatia e allegria, complice anche il periodo estivo, oggi stanno diventando motivo di malessere e insofferenza: «Sono le quattro del mattino e tra tarantelle, risate e balletti con alternanza di musica poco soft un’altra nottata in piedi. Sono privi di ogni educazione», sbotta un cittadino.
Portocannone da sempre è un paese che fa dell’accoglienza una caratteristica imprescindibile. La piccola comunità arbresch è stata sin dai primi Anni Novanta meta di migranti provenienti da paesi dell’altra sponda del mar Adriatico. All’inizio furono gli albanesi, oggi sono i romeni.
Sia con i primi che con gli ultimi arrivati, il cittadino di Portocannone si è sempre mostrato cordiale offrendo e mettendo a disposizione quello che aveva e poteva. Ma se con i cugini albanesi, vuoi per affinità linguistiche e culturali (Portocannone è una comunità di origine albanese), l’integrazione e lo socializzazione sono avvenute in maniera spontanea (a distanza di vent’anni in tanti si sono fermati e affermati professionalmente e sentimentalmente), con i migranti romeni le difficoltà di interazione e di socializzazione sono evidenti.
A differenza degli albanesi, i romeni si stanno mostrando un popolo chiuso nelle loro tradizioni e ostile verso ciò che li circonda e li ospita. Anche se non bisogna fare di tutt’erba un fascio e andare a sentire direttamente loro. Che precisano come la loro comunità sia composta da romeni e rom. I rom sono un popolo nomade molto probabilmente di origine indiana mentre I rumeni o romeni, sono invece gli abitanti della Romania. I primi sono molto più primitivi e introversi mentre i secondi più aperti e rispettosi degli usi e costumi altrui.
«In modo rispettoso avevo già segnalato questo ai diretti interessati invitandoli al rispetto dei diritti altrui. Ora capisco che di diritti non hanno neppure idea di cosa siano», scrive un altro cittadino su facebook. E ancora, a conclusione del commento : «Lo scopo di questo sfogo è semplicemente informativo! Cioè, mai si dovrà dire che queste cose non erano state segnalate».
Un avvertimento diretto verso chi amministra la comunità.
Una comunità che da anni è ormai priva di un qualsivoglia controllo: senza caserma dei carabinieri, senza guardie municipali e con una scarsa presenza degli amministratori locali sul territorio. Il sindaco, specie in mancanza totale delle forze dell’ordine, dovrebbe essere egli stesso a garantire nella maniera migliore la sicurezza e la tranquillità della comunità.
Invece l’indignazione cresce: «Siamo troppo convinti di essere e dover essere civili ed educati, forse in certi casi bisognerebbe essere più cattivi» scrive un altro cittadino.
Chi di dovere, il Sindaco Luigi Mascio in primis, riuscirà a cogliere questo disagio che una parte cospicua della cittadinanza vive, e rendere più efficaci i controlli sul territorio oppure, come scrive un altro cittadino: “ Scendo per l’ennesima volta invitando alla ragione o lascio ampio sfogo i miei istinti?”.
Tutti a Portocannone si augurano che l’allarme sociale di queste ultime settimane rientri al più presto magari in maniera pacifica e senza prese di posizione estreme perché, conclude il più tollerante degli utenti che raccontano online la loro protesta, « è giusto dare possibilità alle persone di rendersi conto e di cambiare i propri atteggiamenti».
(Pubblicato il 17/10/2013)
Fonte: PrimoNumero
domenica 20 ottobre 2013
"Fate qualcosa prima che sia tardi". Paese in rivolta contro le festicciole della comunità romena
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
20:17
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