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sabato 16 novembre 2019

Incidente mortale sul lavoro - “Messo alla guida di un trattore non idoneo e senza alcuna sicurezza”


Incidente mortale sul lavoro - Il procuratore capo Paolo Auriemma ricostruisce le indagini dei carabinieri dopo la morte di Dumitru Botan - Due persone ai domiciliari per omicidio colposo aggravato e altre due indagate a piede libero
“Messo alla guida di un trattore non idoneo e senza alcuna sicurezza”

di Francesca Buzzi

Botan Dumitru
Soriano nel Cimino - Incidente mortale sul lavoro - I carabinieri sul posto
La conferenza stampa in Procura
Il procuratore capo Paolo Auriemma
Il comandante provinciale dei carabinieri Andrea Antonazzo
La conferenza stampa in Procura
Al centro il comandante della stazione di Soriano nel Cimino Paolo Lonero

Viterbo – “Messo alla guida di un trattore non adatto e senza alcuna sicurezza”.

Dumitru Botan, il 29enne vetrallese di origini rumene, è morto a Soriano nel Cimino il 19 giugno scorso dopo che il trattore su cui stava lavorando è precipitato in un burrone. Quel volo, di oltre 60 metri, gli è costato la vita e i carabinieri intervenuti sul posto si sono subito messi al lavoro per tirar fuori la verità da quel tragico incidente.

In seguito alle indagini due persone, D.P. italiano di 45 anni e Z.M. macedone di 42 anni, sono state arrestate per omicidio colposo aggravato con espressa violazione delle norme dettate a tutela della sicurezza dei lavoratori. Indagati, a piede libero, anche C.I.K., di nazionalità rumena e una 36enne italiana E.F., proprietaria del trattore che stava conducendo la vittima.

A spiegare i dettagli dell’operazione condotta dai carabinieri della stazione di Soriano nel Cimino insieme a quelli del Nucleo ispettorato del lavoro e ad altri reparti, il procuratore capo Paolo Auriemma e il comandante provinciale dell’Arma Andrea Antonazzo in una conferenza stampa.

“Le due persone arrestate – spiega Auriemma – sono sostanzialmente il formale datore di lavoro di Dumitru Botan (quella che in gergo viene spesso definita “testa di legno”) e l’altra persona da cui invece di fatto il ragazzo dipendeva. Ai due si contesta l’omicidio colposo gravato dalle pesantissime violazioni alle più basilari norme di sicurezza. Botan e molti altri dipendenti venivano fatti lavorare senza la necessaria formazione specifica per i mezzi che usavano, senza permessi di guida e in situazioni di grave rischio”.

Gli arresti di oggi sono il frutto della collaborazione tra la Procura, il Nil, la compagnia dei carabinieri di Viterbo e la Asl che tengono costantemente sotto controllo le imprese, cercando di reprimere ed evitare la proliferazione del lavoro nero.

Quel 19 giugno Dimitru Botan era alla guida di un trattore in località Piangoli-Acquaspasa, nel comune di Soriano nel Cimino. I primi a recarsi sul posto sono i militari della stazione del comandate Lonero e quelli del Nil del maresciallo Masci. La situazione è apparsa subito poco chiara ai carabinieri.

“I testimoni dell’incidente – hanno sottolineato sia Lonero che Masci – erano molto reticenti nel raccontare cosa fosse successo. Ricostruire i fatti non è stato quindi facile. Sono serviti sopralluoghi, acquisizioni documentali, analisi di traffici telefonici e qualche testimonianza”.

Ma a un certo punto il cerchio si è chiuso e il quadro è stato fin troppo chiaro.

“Botan Dimitru era stato messo alla guida di un trattore non adatto per quel tipo di bosco, che ha una pendenza del 70% – chiarisce il procuratore Auriemma -. Il mezzo infatti si è ribaltato più volte, precipitando per oltre 60 metri schiacciando il ragazzo. Il 29enne, inoltre, non aveva l’abilitazione adatta per guidarlo, né era stato formarlo per farlo”.

Da lì le indagini si sono allargate anche agli altri dipendenti della ditta. “Erano circa una cinquantina di persone in totale – racconta il maresciallo Masci – ed operavano sia nella Tuscia, che in altre province vicine. Tutti venivano impiegati nel taglio, la raccolta e il carico della legna, ma alcuni nemmeno sapevano chi fossero i loro reali datori di lavoro”.

In passato, inoltre, c’erano stati altri incidenti, non mortali, mai dichiarati all’Inail o alle forze dell’ordine. Uno di questi era avvenuto nel 2018 a Castel Giorgio. La vittima, un 31enne rumeno C.I.K. si era ribaltato con un trattore, ma avrebbe denunciato la caduta come accidentale. Quello stesso 31enne che dopo poco è diventato il legale rappresentante della ditta e, per questo motivo, indagato a piede libero dai carabinieri.

Un altro incidente c’era stato a Piansano, la scorsa primavera. Questa volta un 37enne rumeno, C.P., si è tagliato a una gamba con una motosega, riportando delle profonde lesioni.

“Quello che vorremmo veramente – conclude il comandante provinciale dei carabinieri Andrea Antonazzo – è arrivare prima che succedano tragedie del genere. Prima che il trattore si ribalti, prima che qualcuno ci rimetta la vita. Di lavoro si dovrebbe vivere, non morire”.

L’inchiesta è coordinata dal procuratore Paolo Auriemma e dal sostituto Stefano D’Arma. Le due misure cautelari ai domiciliari, eseguite stamattina dai carabinieri, erano state concesse dal gip Francesco Rigato in una dettagliatissima ordinanza di 53 pagine con la quale ha ricostruito tutta la vicenda.

Francesca Buzzi


La nota dei carabinieri

Infortunio mortale sul lavoro del cittadino rumeno Dumitru Botan, avvenuto in Soriano nel Cimino il 19.6.2019. Arrestati un italiano e un macedone per omicidio colposo aggravato, indagati a piede libero un cittadino rumeno e un’italiana.

I carabinieri della stazione di Soriano nel Cimino e del Nucleo ispettorato lavoro di Viterbo, in collaborazione con altri reparti della compagnia di Viterbo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza dispositiva della misura cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale Francesco Rigato – nei confronti di D.P. e Z.M., rispettivamente di 45 e 42 anni.

Le indagini, coordinate dal procuratore capo Paolo Auriemma e dal sostituto procuratore Stefano D’Arma – della Procura della Repubblica presso il Tribunale, e condotte dai carabinieri di Soriano nel Cimino unitamente al Nil di Viterbo con l’ausilio dell’Asl – servizio Spresal di Civita Castellana, hanno permesso di accertare responsabilità a carico di D.P. e Z.M., datori di lavoro e amministratori di fatto di una società cooperativa agricola, nella fattispecie impiegata nell’attività di disboscamento nella zona montana Piangoli-Acquaspasa del comune di Soriano nel Cimino (VT), per omicidio colposo aggravato con espressa violazione di norme dettate a tutela della sicurezza dei lavoratori.

Le complesse e articolate attività investigative, sviluppatesi attraverso sopralluoghi, acquisizione documentali, sviluppo e analisi di traffici di tabulati telefonici, esami testimoniali, hanno consentito di appurare che il 19.6.2019 il deceduto Botan Dumitru al momento dell’infortunio conduceva una trattrice agricola gommata, non idonea nella parte di bosco interessata, in forte pendenza (70%), che a causa delle condizioni morfologiche del terreno e della presenza di un ceppo di albero tagliato, si ribaltava più volte, per un tratto di oltre 60 metri fino a valle, sbalzando dalla cabina di guida il conducente che rimaneva schiacciato dal mezzo. Lo stesso risultava sprovvisto di ogni patente di guida e abilitazione alla conduzione di mezzi d’opera.

Quasi tutti i lavoratori dipendenti venivano impiegati nelle mansioni di taglio, raccolta e carico della legna, senza adeguata formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, utilizzando le attrezzatura in assenza di preparazione per l’uso.

Sono stati ricostruiti altri due precedenti infortuni sul lavoro: il primo, non denunciato alle Autorità, avvenuto in Castel Giorgio (TR), nell’anno 2018, con analoga dinamica a quello mortale di Botan, nel cui contesto il cittadino rumeno C.I.K., di anni 31, si ribaltava con una trattrice agricola riportando lesioni che denunciava come caduta accidentale; il secondo, occorso nella primavera dell’anno 2019 in Piansano (VT), in cui il cittadino rumeno C.P., di anni 37, si procurava un taglio ad una gamba con una motosega, riportando gravi lesioni.

Nell’operazione risultano indagati a piede libero per i medesimi reati il predetto cittadino rumeno C.I.K., quale legale rappresentante, e la 36enne italiana E.F., proprietaria della trattrice agricola che stava conducendo Botan.

Fonte: TusciaWeb

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