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sabato 1 giugno 2013

Il regista rumeno Netzer presenta a Roma il film vincitore a Berlino

Cinema. Grazie al passaparola “Il Caso Kerenes” è record d’incassi

30 maggio 2013

“C’è più un’analisi freudiana che non Lady Macbeth o la tragedia greca nel descrivere il rapporto che la madre ha con il proprio figlio”. Così il regista rumeno Calin Peter Netzer, classe 1975, sul fulcro del film “Il Caso Kerenes” (“Child’s Pose”), vincitore dell’Orso d’Oro e del Premio della Critica Internazionale all’ultimo Festival di Berlino. Presentando il film a Roma, il regista osserva che ci sono due piani di lettura: “la storia privata tra madre e figlio” e “la parte sociale inerente la corruzione”. In particolare, il film racconta di Cornelia, una donna ricca e potente a cui non mancherebbe nulla se non l’affetto del figlio Barbu, al quale dedica le sue attenzioni in maniera ossessiva. Quando Barbu è coinvolto in un tragico incidente, Cornelia si dimostrerà pronta a tutto pur di evitare che finisca in prigione, senza capire che la vera libertà a cui il figlio aspira può concederla solo lei stessa… Ne “Il caso Kerenes”, secondo la produttrice Ada Solomon, si riconoscono “l’approccio fortemente emotivo di Netzer e la precisione chirurgica dello stile di Razvan Radulescu”, che ha scritto la sceneggiatura a quattro mani col regista. “Il film è molto vicino alla mia storia personale – racconta Netzer – ed ho deciso di non avere regole nello stile filmico”. “Ho lasciato – dice – che fossero i due personaggi in scena i narratori, seguiti da due cameraman, poi sono intervenuto io. Per le due ultime scene, un finale dal risvolto umano, ho scelto i piani sequenza per suggerire un accumulo di emozioni”. Certo è vero che “i tagli operati riguardano soprattutto il compleanno di Cornelia perché, essendo scene con molti personaggi, temevo che Cornelia si perdesse in queste scene collettive, non volendo distogliere l’attenzione da lei”. Una lei che è la bravissima Luminita Gheorghiu. “Sin dall’inizio della scrittura – sottolinea Netzer -, ho pensato a Luminita. E’ un’attrice molto nota nel panorama rumeno. Ha lavorato, tra gli altri, con Cristian Mungiu. Ho anche provato a cercare attrici con meno esperienza di lei, ma Luminita era la più adatta. L’ho contattata 7/8 mesi prima di girare. Lei temeva il ruolo da signora dell’alta società perché non lo aveva mai interpretato. Ci sono stati momenti in cui, durante i 30 giorni di riprese, voleva rinunciare alla parte. Tra me e lei c’è stata una sorta di tacita e psicologica tensione, una tensione che, a mio parere, ha fatto bene al film. Finito di girare, io e Luminita non ci siamo visti per tre mesi”. A dispetto del ritratto di Cornelia, “si sono congratulate con me – racconta il regista – tutte le mamme rumene, compresa la mia che lo ha recepito come un omaggio. Sembra proprio che le madri rumene si siano ritrovate”. Sul fronte della corruzione della società rumena, Netzer osserva che “dieci anni fa era peggio. La situazione descritta nel film riflette quella di oggi. Ancora venti anni ci vogliono perché la Romania assomigli ad un paese dell’Europa Occidentale. L’evoluzione c’è, ma è lenta. Le differenze nella società aumentano: i ricchi sono sempre più ricchi, mentre i poveri sono in stagnazione”. Ne “Il Caso Kerenes” Netzer, già premiato per l’esordio “Maria” (a Locarno ed agli European Film Awards) e per la pellicola successiva “Medalia de onoare” (quattordici premi, in particolare cinque al Thessaloniki Internatuonal Film Festival) subisce influenze della cinematografia russa e ceca anni Sessanta, ma all’orecchio italiano risuonano due brani della colonna sonora: “Senza giacca e cravatta” di Nino D’Angelo e “Meravigliosa creatura” di Gianna Nannini. “La scelta del brano della Nannini – spiega il regista – è piaciuta subito sia a me che a Radulescu perché ricorda la generazione dei nostri genitori. Mentre quella di D’Angelo è stata obbligata, avremmo preferito Cutugno o Celentano, ma era difficile avere i diritti”. “Il caso Kerenes” uscirà in Italia giovedì 13 giugno distribuito da Teodora. In Romania il film “è stato accolto piuttosto bene – afferma Netzer -, ed ha superato le 100 mila entrate: un record per il cinema rumeno. Senz’altro ha avuto un ruolo importante il riconoscimento a Berlino, ma anche il passaparola se nella terza settimana dall’uscita sono stati staccati molti più biglietti che nella prima. In Germania il film è uscito da poco, e si sta registrando un fenomeno analogo”.

Fonte: Il Velino


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