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martedì 26 novembre 2013

Bambini a scuola di romeno per non perdere le loro radici

Bambini e ragazzi rumeni e moldavi a lezione di grammatica e tradizioni
FOTO PECORA
12.11.2013

Il centro accoglie anche i piccoli che vivono a Povegliano, Valeggio e Mozzecane: una comunità che qui conta oltre 1.300 persone

La maestra arriva parlando romeno. Fa l'appello e chiede ai bambini da dove provengono. Poi racconta alcune fiabe del suo paese, ne narra la storia, mostra cartine geografiche e corregge la grammatica dei presenti.
È la scuola di lingua e civiltà romena e moldava, la cui campanella è suonata per la prima volta giovedì scorso alle scuole elementari in corso Vittorio Emanuele II.
Qui, una volta alla settimana, per due ore al pomeriggio, i bambini romeni e moldavi di Villafranca possono saldare le loro radici e prepararsi qualora dovessero tornare in patria: uno Stato che alcuni non hanno mai visto, ma che è la madrepatria della mamma e del papà.
L'iniziativa era stata lanciata ancora a giugno da Dana Manuela Costantinescu, ambasciatrice romena in visita a Villafranca, che aveva proposto l'apertura di questo doposcuola finanziato dall'ambasciata. Così è stato.
La maestra è Cristina Colta, insegnante romena proveniente dal Veneziano.
Segue una trentina di bambini e ragazzini di elementari e medie, divisi in due gruppi, che frequentano l'istituto comprensivo di Villafranca retto da Mario Sartori, o provenienti da Valeggio, Povegliano e Mozzecane.
«Si tratta di bambini romeni e moldavi, alcuni sono nati qui, altri sono venuti da piccoli e hanno già radici e rapporti con la madrepatria. Prevediamo che la richiesta si ampli: alcuni genitori sono interessati, ma attendono di vedere di cosa si tratta», spiega Riccardo Beghini, insegnante dell'istituto comprensivo.
«Il progetto dell'ambasciata romena, che finanzia tutto, prevede anche un corso per la scuola dell'infanzia, in futuro. È aperto anche agli italiani».
«La nostra scuola mette soltanto a disposizione l'aula, diventando in questo modo un ponte di apertura culturale tra diverse realtà».
«Il corso, extracurricolare, non sarà un elemento di confusione, anzi: chi fatica ad apprendere una lingua in genere ha problemi perché non ha una madrelingua ben consolidata. Apprende l'altra comparandola con quella che conosce bene».
Il bambino, inoltre, conoscerà le sue radici saldando il legame con cultura e lingua d'origine, ma non è solo questo l'obiettivo: «Questi alunni», spiega l'insegnante Colta, «saranno facilitati anche in un loro eventuale ritorno in patria, dove sapranno integrarsi meglio con salde radici. La crisi economica, infatti, ha spinto molte famiglie a tornare a casa, lasciando l'Italia. Lo scorso anno sono rientrati 5.100 bambini. Sapere il romeno sarà loro utile».
Questa scuola è attiva dal 2007 in Italia, Spagna e Belgio, col finanziamento ministeriale romeno. In Veneto quattro professoresse fanno la spola tra le province di Padova, Treviso, Belluno, Venezia e Verona.
«Partiamo dalle usanze e dalle tradizioni, raccontando storie della mitologia popolare, parlando nella nostra lingua. Poi diamo nozioni di grammatica, di storia e di geografia e insegniamo anche l'inno nazionale. Libri e dispense vengono messi a disposizione gratuitamente», conclude Cristina Colta.
Per Villafranca è un progetto che arriva ad hoc: la comunità romena infatti è quella straniera più numerosa, con 1.301 persone.
Ogni domenica un gruppo si ritrova nella chiesa della Disciplina per la messa e gli aventi diritto al voto hanno eletto un consigliere comunale romeno, Catalin Mustatea, che ha due figlie piccole nate qui in città.
Una di loro frequenta la scuola pomeridiana: «È importante per la pronuncia, così quando andiamo in vacanza in Romania sa leggere bene. Per lei la madrelingua è l'italiano che con l'inglese e il romeno si formerà un buon bagaglio», spiega Mustatea che ha accolto, la scorsa settimana, anche il pastore Badea Cartan, giunto a piedi dalla Transilvania: l'ospite ha portato, tramite Radio Timisoara, mille volumi di narrativa romena che sono stati donati alla biblioteca comunale.

Maria Vittoria Adami

Fonte: L'Arena

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