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domenica 24 novembre 2013

Rapina in tabacchino: il Riesame libera il giovane sospettato

I giudici sul colpo di viale Venezia: non ci sono gravi indizi Il difensore: il mio cliente non assomiglia all’uomo dei video

di Anna Rosso  

UDINE. E’ libero il giovane romeno che, a metà ottobre, era finito in carcere con l’accusa di rapina in relazione al colpo avvenuto il 24 luglio in una tabaccheria di viale Venezia.

Quel giorno, la scorsa estate, un uomo aveva minacciato la titolare impugnando una spranga di ferro e si era fatto consegnare 200 euro. Era poi scappato sotto gli “occhi” delle telecamere installate nel negozio.

A distanza di 3 mesi era finito nei guai Catalin Ciobanu, 24 anni, romeno, riconosciuto da un poliziotto - che aveva visto i video del sistema di videosorveglianza della tabaccheria - durante un controllo e, successivamente, anche dalla vittima della rapina, alla quale erano state mostrate alcune fotografie in possesso della questura.

Il ragazzo era stato condotto nel carcere di via Spalato sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Udine. Durante l’interrogatorio di garanzia, svoltosi il 15 ottobre, Ciobanu, assistito dal suo legale di fiducia, l’avvocato udinese Paolo Viola, aveva dichiarato la sua innocenza. «Ho una spiegazione - aveva detto -, quel giorno lavoravo come autista».

Ma poi il responsabile della ditta di autotrasporti aveva fatto vacillare tale alibi, spiegando che, sì, la prestazione d’opera c’era stata, ma era terminata diversi giorni prima della rapina in questione. Così il Gip Daniele Faleschini Barnaba aveva deciso di respingere l’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa.

L’avvocato Viola ha poi impugnato tale ordinanza in Appello e giovedì scorso il tribunale di Riesame di Trieste (presidente Giorgio Nicoli, a latere Marco Casavecchia e Piero Leanza), in un provvedimento di cinque pagine, si è espresso così: «Si impone allo stato di constatare che difettano a carico di Ciobanu elementi di gravità indiziaria tali da supportare l’applicazione di misura cautelare». E ha quindi disposto al scarcerazione.

E’ lo stesso avvocato Viola a spiegare come è andata e i motivi su cui la difesa ha basato le proprie richieste. «Già in sede di interrogatorio di garanzia, in ottobre, avevamo rilevato tutta una serie di incongruenze tra la descrizione fisica del rapinatore fornita dalla vittima (e tratta dai video) e le caratteristiche fisiche del mio assistito. In particolare - continua il legale -, “nell’identikit” si parlava di una persona alta un metro e ottanta, mentre Ciobanu arriva a uno e settanta.

Un’altra indicazione era relativa a un naso “pronunciato” che di sicuro il mio cliente non ha. E poi ci sono altri dettagli che non combaciano, come l’attaccatura dei capelli e il colore. Infine - rileva ancora Viola - bisogna anche dire che Ciobanu, pur avendo diversi precedenti per furto, non si è mai reso responsabile di una rapina.

Adesso la Procura delle Repubblica - conclude - ha chiesto il giudizio immediato a fronte della ritenuta certezza di poter individuare il responsabile del colpo in Ciobanu. Ma la convinzione dei magistrati sembra minata dalle conclusioni del riesame".

20 novembre 2013

Fonte: Il Messaggero Veneto

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