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domenica 10 novembre 2013

Operaio sequestrato. Straniero in manette

Il capitano Gardin
La vittima ha denunciato di essere stato liberato soltanto dopo avere versato 450 euro

09/11/2013

La bisboccia finita con un sequestro di persona ai fini di commettere una rapina ai danni di un operaio romeno ha conosciuto ieri sera l'epilogo.
I carabinieri della stazione hanno sottoposto a fermo il tunisino Hamdi Bouyahi di 29 anni, senza una dimora abituale e lo hanno trasferito in carcere a Vicenza a disposizione del magistrato di turno per l'interrogatorio.
A distanza di sette giorni dal movimentato e grave episodio denunciato dal cittadino romeno Gabriel Mihai Irimia, 39 anni, di Schio, che aveva raccontato di essere stato aggredito, legato e portato in un capannone di Torrebelvicino dove sarebbe stato depredato dei contanti che aveva in portafoglio, appunto 450 euro, c'è stata la svolta investigativa.
I carabinieri del capitano Gardin e del luogotenente Asciolla da almeno un paio di giorni erano sulle tracce dell'immigrato, conosciuto nell'ambiente per avere dei precedenti.
Sono stati gli investigatori della stazione ad avere l'intuizione giusta, dopo che in base alle prime descrizioni di Irimia, avevano ipotizzato che l'autore della rapina potesse essere Bouyahi. Il romeno aveva spiegato di avere fatto festa il pomeriggio di venerdì 1 novembre e di avere conosciuto casualmente un individuo, di origine magrebina, che si era dimostrato gentile. Anche perché a pagare era Irimia.
«Fatto sta che a distanza di ore mi sono risvegliato in un capannone di Torrebelvicino legato, alla presenza di questo africano che sotto la minaccia di un coltello mi ha rapinato del cellulare e dei contanti». «Prima di scappare - ha aggiunto Irimia - mi ha di nuovo minacciato dicendomi di non dire niente a nessuno altrimenti sarebbe stato peggio».
Invece, correttamente, non appena l'aggressore è sparito, l'operaio romeno si è incamminato per chiedere aiuto e recarsi nella caserma di via Maraschin, dove ha denunciato l'aggressione. Egli non conosceva il nome del tunisino, ma ha riferito in quali bar si era recato nel pomeriggio del 1 novembre, in uno dei quali aveva offerto da bere a colui che si era poi rivelato il suo rapinatore.
I militari, pertanto, con un lavoro certosino hanno raccolto le testimonianze di alcune persone che avevano visto Irimia in compagnia del suo sequestratore, quindi si sono messi sulle tracce di Bouyahi, ritenendolo l'autore dell'aggressione. Considerando che l'immigrato è clandestino e che vive spostandosi da un Comune all'altro, i carabinieri ieri dopo averlo catturato, lo hanno sottoposto a fermo di iniziativa e lo hanno messo a disposizione del giudice. Bouyahi ha nominato come difensore, l'avvocato Elena Peron, e respinge le accuse. «Non ho sequestrato quell'uomo», si difende.

Ivano Tolettini

Fonte: Il Giornale di Vicenza

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