Pubblicato in Lavoro ed economia | emanuelebracone@termolionline.it 27 marzo, 2014
TERMOLI. C’era anche una delegazione di Termoli ieri mattina alla Camera di commercio di Napoli, in piazza Bovio, per la prima giornata del Forum economico ‘Romania: la nuova frontiera dell’agricoltura europea’.
Un incontro organizzato dall’Ambasciata e dal Consolato romeni in Italia e a Napoli, da Confagricoltura Campania e promosso dalla Corporate Tax Consulting in collaborazione con la Camera di commercio italiana per la Romania, Unioncamere Campania e la Pmi international.
Una iniziativa che prende le mosse dalle grandi possibilità che ci sarebbero investendo nei terreni di uno degli stati di più recente adesione all’Unione europea.
QUESTA LA SCHEDA MESSA A PUNTO DALLA CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA PER LA ROMANIA.
disponibilità di un grande mercato locale, con elevata potenzialità di espansione nei paesi limitrofi;
- presenza di terreni particolarmente fertili e pianeggianti a prezzi estremamente convenienti. Oggi lo Stato rumeno incentiva gli investitori stranieri, in particolar modo coloro che acquistano quantità di appezzamenti di notevoli dimensioni, contribuendo ad aumentare la produttività e la redditività del settore agricolo;
- ottime prospettive di incremento del valore fondiario: terreni comprati solo cinque anni fa hanno già quintuplicato il loro valore ad oggi. Il rendimento in rapporto all’investimento è più che buono; inoltre è garantita la compravendita dei terreni agricoli tramite regolari atti notarili come d’uso in Italia;
- elevati margini di sviluppo per l’ormai improrogabile ammodernamento e ristrutturazione del settore agricolo e ottime prospettive di investimento nel settore dei macchinari agricoli;
- incentivi da parte del governo Romeno (nonostante la crisi) nei confronti degli investitori operanti nel settore dell’energia rinnovabile, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea per la riduzione dell’inquinamento da combustibili fossili;
- agricoltura biologica in fase di pieno sviluppo, visto anche l’aumento della domanda di prodotti tradizionali e di qualità protetta;
- ricchezza del suolo Romeno di Cernoziom o “terra nera”, un tipo di terra molto fertile, adatta a qualsiasi tipo di coltivazione. Il Cernoziom è presente, oltre che in Romania, solo in poche altre zone d’Europa e del mondo, come Ucraina, Russia, Nord della Cina e alcune parti degli Stati Uniti d’America;
- ricostruzione o, dove mancassero, costruzione ex novo di infrastrutture di irrigazione che andrebbero a coprire e servire una parte importante della superficie agricola utilizzabile (SAU);
- ristrutturazione e riorganizzazione nei settori caseario e delle carni;
- integrazione verticale tra i vari componenti della filiera, ovvero agricoltori, unità di trasformazione dei prodotti agricoli e reti della GDO (Grande Distribuzione Organizzata).
- organizzazione annuale di varie fiere agroalimentari, tra le quali INDAGRA, un eccellente vetrina internazionale per i più importanti produttori mondiali del settore.
Oltre a tutta questa serie di vantaggi si aggiungono i finanziamenti europei erogabili tramite il Fondo Europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (come si vedrà nella sezione Fondi Europei). Tali fondi sono erogati in misura maggiore alla Romania, essendo un paese di recente adesione all’Unione Europea che non ha ancora espresso tutto il suo potenziale di crescita rispetto agli altri Stati Membri. Inoltre, come confermato dal Commissario Europeo per l’agricoltura, il romeno Dacian Cioloş, questi fondi aumenteranno nel periodo 2014-2020.
Fonte: TermoliOnline
domenica 30 marzo 2014
Il futuro? Investire nell’agricoltura romena, delegazione termolese al forum di Napoli
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
14:23
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