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lunedì 18 maggio 2020

Il distretto della frutta lancia l’appello al Governo: “Facilitate gli arrivi dalla Romania per avviare la raccolta”

La campagna delle pesche nel Saluzzese rappresenta un giro d’affari di centinaia di milioni di euro (foto d'archivio)

Mario Bosonetto
16 Maggio 2020 

«Sono indispensabili “corridoi verdi” con i Paesi dell’Est, a partire dalla Romania, da dove arriva un terzo dei nostri stagionali. C’è con loro un rapporto di fiducia, sono già formati e qualificati. Solo così forse faremo in tempo ad avere un numero di addetti sufficiente ad avviare la campagna di raccolta della frutta». L’appello è del delegato confederale di Coldiretti Cuneo, Roberto Moncalvo. Attualmente, causa emergenza coronavirus, le frontiere sono semi-chiuse. Perché un lavoratore romeno possa in aereo o attraversando via terra diversi Paesi arrivare in Italia, sicuro di non essere fermato, perché non in possesso di «un valido» motivo, per esempio un contratto di lavoro, è necessario che siano stipulati accordi fra i Paesi coinvolti. Cosa che, ad esempio, Germania e Spagna hanno già fatto. L’Italia no.

Coldiretti chiede anche al Governo un cambio di strategia rispetto a quella indicata finora. «Regolarizzare i migranti richiederà mesi, le aziende agricole hanno bisogno di manodopera oggi – chiarisce Moncalvo -. La regolarizzazione è importante, ma non risolve il problema della mancanza di 200 mila braccianti nelle campagne italiane, con gli stagionali stranieri rientrati nei Paesi d’origine e che non possono tornare in Italia».

Il decreto legge «Rilancio» dovrà essere votato dalle Camere, convertito in legge e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Poi servirà la modulistica che ne renderà concreta l’applicabilità. Vuol dire settembre. Tempi non compatibili con le esigenze delle campagne di raccolta frutta nel Saluzzese – e non solo - destinate ad iniziare con i piccoli frutti già a fine maggio, e che da giugno saliranno a pieno regime. Si rischia una situazione insostenibile, per far fronte alla quale Coldiretti insiste anche sull’urgenza dei voucher semplificati: «Una soluzione per chi è in cassa integrazione, studenti e pensionati italiani. I voucher hanno già dimostrato di favorire l’occupazione e l’emersione del sommerso, ma negli ultimi anni hanno subìto appesantimenti burocratici che ne hanno limitato l’utilizzo. Nel Cuneese servono soprattutto per la vendemmia e per la raccolta di frutta e verdura e potrebbero beneficiarne circa 4.000 aziende agricole, generando almeno 8.000 posti di lavoro».

«Siamo preoccupati per l’arrivo di chi non abbia un contratto di lavoro e neppure una sistemazione - dice il presidente di Confagricoltura, Enrico Allasia -: le nostre aziende hanno investito e si sono attrezzate per raccogliere in sicurezza. Se si verificasse un’emergenza sanitaria il lavoro fatto andrebbe in fumo. E poi dobbiamo vedercela con situazioni di forte disparità in Europa: la Germania ha portato ad esempio a 120 i giorni di defiscalizzazione contributiva per gli stagionali, che già erano novanta. E da noi, invece, il costo del lavoro è alto e nella filiera ad arrivare al consumatore il produttore è l’anello di gran lunga più debole».

Sulla urgenza di risolvere la questione degli stagionali interviene anche il direttore provinciale della Cia, Igor Varrone. «In queste settimane è stato svolto un grande lavoro, tutte le parti coinvolte, dai sindaci alle organizzazioni dei produttori, alle associazioni di categoria, sono state propositive – sostiene -. L'intenzione è che il Tavolo di lavoro sia portato avanti anche superata l’emergenza sanitaria, per risolvere i problemi strutturali del comparto frutta, al di là del momento che ci vede impegnati sull'assenza di manodopera straniera e che speriamo di risolvere in fretta».

Fonte: La Stampa


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