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venerdì 3 febbraio 2012

Continua la protesta dei romeni... romani

 

Davanti al Consolato di Romania a Roma. Contemporanei sit-in a Milano, Bologna e Firenze
di Federico Carabetta - 29/01/2012

Sono tornati per la seconda volta a protestare, numerosi, anche con la famiglia e bambini al seguito, con volantini e striscioni di tutte le dimensioni, i lavoratori romeni della Capitale.

La prima manifestazione si è svolta domenica 22 gennaio davanti l’Ambasciata di Romania; oggi domenica 29 gennaio 2012, il secondo atto ha avuto come obiettivo il consolato romeno a Roma e si è svolto a poca distanza dal consolato stesso, sempre in via del Serafico, ai piedi del Parco Mattia Preti.

Con volantini, striscioni e cartelli, anche estemporanei e fatti manualmente, tra le 12.00 e le 14.00, i dimostranti hanno dato sfogo al loro malessere per quanto stà accadendo nel loro Paese di origine.

Tra i numerosi cartelloni siamo riusciti a tradurne molti che ripetonoapprossimativamente lo stesso concetto: "Vogliamo un Mario Monti per la Romania”, altri che chiedono le immediate dimissioni del governo e del presidente Basescu e l’instaurazione di un governo tecnico sul modello italiano.

In questo modo i numerosi romeni della diaspora intervenuti hanno inteso solidarizzare con i loro compatrioti che, in terra romena a migliaia si sono riversati nelle piazze e nelle strade delle principali città per protestare e sollecitare elezioni anticipate e le dimissioni del primo ministro Emil Boc e il presidente Traian Basescu ritenuti responsabili dell’abbassamento del tenore di vita dei romeni e del piano di austerità. Il malcontento popolare in uno dei paesi più poveri e arretrati della Ue è montante ed è causato non solo dalle drastiche misure di austerità e dai tagli operati dal governo per fronteggiare la crisi globale ma anche dalla corruzione che investe le sfere politiche ed infine per un progetto discutibile di riforma sanitaria, un progetto poi rientrato che è stato comunque causa di dimissioni da parte del viceministro Raed Arafat, esponente politico molto popolare nel Paese.

Analoghe manifestazioni si sono svolte davanti alle ambasciate e ai consolati non solo in Italia a Milano, Bologna e Firenze, ma anche in varie città e Capitali europee e non, come Londra, Parigi, Madrid, Berlino, Strasburgo, Montreal,.

Motivo delle violente agitazioni, iniziate in Romania lo scorso mercoledì 18 e ancora in atto sono le conseguenze reali e quelle prevedibili del piano di austerità e delle misure anticrisi portate avanti dal Primo Ministro Boc e dal Presidente della Repubblica Traian Basescu nonché della piaga della corruzione della politica.

A Roma, le manifestazioni sono state organizzate dall’Associazione dei Romeni in Italia (ARI), previa autorizzazione delle autorità preposte.

Tra i manifestanti si avverte lo sconcerto, la preoccupazione per le condizioni di vita in patria dove molti dei loro compatrioti vivono al limite della povertà mentre c’è chi tra loro non intende rimanere passivo di fronte a quanto sta accadendo. L’attuale governo – dicono - è passato dalla noncuranza all’alterigia e, da questa alla sfrontatezza del potente fino alla sopraffazione del popolo; parlano di politica economica sbagliata; del taglio ad ogni costo della spesa pubblica e del taglio degli stipendi e delle pensioni degli statali già da miseria; del servilismo incondizionato al Fondo Monetario Internazionale e all’Unione Europea, alla classe politica attuale esemplificativa di come non si fa politica e di come non sa essere la voce e la rappresentanza del popolo; dicono che i romeni farebbero bene a licenziare tutta la classe politica corrotta e incompetente che continua a rubare da 22 anni al punto da far rimpiangere lo stesso Ceausescu. I romeni – aggiunge un interlocutore di circa 30 anni – hanno già dimostrato che c’è un limite alla loro capacità di sopportazione, superato questo nessuno li può più fermare.

Fonte: Abitare a Roma

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