15 febbraio 2012
Interrogazione di Sonia Alfano al Consiglio
Il 31 dicembre 2011 le autorità italiane hanno proceduto al rimpatrio “volontario assistito” di 36 cittadini rumeni di etnia Rom domiciliati presso il villaggio “Al Karama”, nei pressi di Latina. Nel corso del 2009-2010 anche il comune di Pisa aveva preso simili provvedimenti, “importando” e rafforzando in Italia una pratica lanciata dal governo francese nel corso della campagna di espulsione dei rom dell’agosto 2010.
La direttiva UE 2004/38 del 29 aprile 2004 relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri non prevede la possibilità di attuare rimpatri “volontari assistiti”, neppure attraverso il corrispettivo di un pagamento; al contrario la direttiva prevede una serie di garanzie contro l’allontanamento dei cittadini comunitari da uno Stato membro, che non sono state rispettate nei casi summenzionati.
L’ordinamento italiano prevede il rimpatrio “volontario assistito” solamente per “i cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea” e gli apolidi, come previsto dal Decreto del Ministro dell’Interno del 27 ottobre 2011 “Linee guida per l’attuazione dei programmi di rimpatrio volontario e assistito”, in applicazione della L. 129/11 di recepimento della Direttiva UE Rimpatri del 2008. Tali misure non possono quindi in alcun modo applicarsi ai cittadini comunitari.
Non ritiene il Consiglio che i provvedimenti presi dalle autorità italiane di “rimpatrio volontario assistito” violino le norme sul diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri (Articolo 45 della Carta dei diritti fondamentali, Articolo 18 TFUE, direttiva 2004/38/EC) nonché la proibizione delle discriminazioni basate sull’origine razziale o etnica (Articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali, Articolo 2 TUE, direttiva 2000/43/CE)?
Fonte: Sonia Alfano
domenica 26 febbraio 2012
Rimpatrio volontario assistito per cittadini comunitari: discriminazione etnica e violazione libertà di circolazione e di soggiorno in Italia
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
17:15
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