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sabato 31 dicembre 2011

Omicidio di Cosmina, risarciti i danni 200mila euro alla famiglia della vittima

Silvano Rainieri, reo confesso dell'assassinio di una giovane prostituta rumena, si è privato di tutti i suoi beni per risarcire la madre e le sorelle di Emilia Cosmina Burlan. E' stato ammesso al rito abbreviato. La sentenza attesa a febbraio.

Ha venduto la casa e ha svuotato il conto corrente, privandosi della liquidazione da operaio alimentarista, per risarcire la famiglia della giovane donna a cui ha strappato la vita. Silvano Rainieri, il 52enne di Parola di Fontanellato che lo scorso gennaio uccise Emilia Cosmina Burlan detta Cristina, una prostituta rumena di 20 anni, è stato ammesso oggi al rito abbreviato dal gup Paola Artusi. L'uomo, detenuto nel carcere di via Burla, potrà beneficiare dell'attenuante di aver risarcito i danni alla madre e alle sorelle della vittima prima della fine del procedimento. La signora Burlan e una delle tre figlie, rappresentata dall'avvocato Simona Capra, hanno deciso di non costituirsi parte civile. Nei giorni scorsi hanno infatti ricevuto da Rainieri una somma complessiva di quasi 200mila euro. Alla madre spetterà il risarcimento più cospicuo, il rimanente sarà suddiviso tra le sorelle in parti uguali.

La madre della vittima ha anche deciso di non costituirsi contro l'omicida perché nel corso del procedimento è emerso che lui aveva cercato di togliere sua figlia dalla strada e l'aveva aiutata dandole molto denaro. La signora, che non sapeva che la figlia in Italia fosse finita sul marciapiede, preferisce chiudersi questa tragica vicenda alle spalle senza serbare rancori. L'omicida ha messo a disposizione della famiglia tutti i suoi beni.

Silviano Rainieri potrà così beneficiare di uno sconto di un terzo della pena grazie al rito abbreviato, condizionato dall'acquisizione di documenti che provano le donazioni di denaro a Cosmina. L'uomo si era convinto di poter avere un futuro insieme alla ragazza. Quando è stato respinto ha perso la testa, l'ha picchiata brutalmente e l'ha strangolata con una cintura, per poi abbandonarla nelle campagne di Borghetto di Noceto. Un omicidio d'impeto, ma assolutamente non dettato da vizi mentali: l'uomo è stato sottoposto a perizie psichiatriche che ne hanno confermato la totale capacità di intendere e di volere. Detenuto nel carcere di via Burla, tornerà in aula il prossimo 21 febbraio per ascoltare la sua sentenza per omicidio.
di MARIA CHIARA PERRI
20 dicembre 2011

Fonte: La Repubblica

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