Vibo Valentia - In manette anche il figlio 19enne di un esponente di spicco di una nota famiglia criminale di Limbadi, attualmente detenuto e considerato uno dei vertici del sodalizio criminoso noto in tutta Italia ed anche all'estero.
All'alba di oggi gli uomini della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo, hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip presso il Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di un 19enne, figlio di un esponente di spicco di una nota famiglia criminale di Limbadi, attualmente detenuto e considerato uno dei vertici del sodalizio criminoso noto in tutta Italia ed anche all'estero, e un 18enne, entrambi residenti a S. Gregorio D'Ippona, ben noti alle forze dell'ordine e ritenuti responsabili, in concorso, di tentato omicidio aggravato.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi a conclusione di una serrata attivita' di indagine svolta dagli uomini della Stazione Carabinieri di S. Gregorio D'Ippona che ha consentito di ricostruire quanto avvenuto la notte del 10 agosto scorso. In una delle strade principali del piccolo centro alle porte del capoluogo di provincia, al culmine di una lite per futili motivi con un cittadino rumeno residente a S. Gregorio D'Ippona, lo aggredirono colpendolo piu' volte al volto ed alla testa con un mattone e, una volta che questi era stramazzato a terra, infierirono su di lui con calci e pugni sino a ridurlo in fin di vita. Estremo gesto di una violenza che vedeva il bracciante agricolo vittima degli insulti, delle minacce e delle persecuzioni dei due gia' da mesi.
La vittima, immediatamente soccorsa da alcuni passanti, fu ricoverata per alcuni giorni in prognosi riservata, priva di coscienza e in condizioni disperate, con vaste lacerazioni alla scatola cranica, al volto e al torace, all'ospedale di Catanzaro. Quando si e' svegliato e' riuscito a raccontare l'incredibile vicenda che, sottolineano i carabinieri, si era svolta sotto gli occhi di decine di cittadini troppo terrorizzati per intervenire e fermare il pestaggio. Le indagini hanno anche accertato come i due, al fine di evitare che qualcuno potesse raccontare l'accaduto, abbiano minacciato, in diverse circostanze, anche i testimoni della vicenda.
23 dicembre
Fonte: Adnkronos IGN
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Pubblicato da
Anonimo
alle
14:10
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