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giovedì 8 dicembre 2011

L’amico ci prova, lui rifiuta e poi lo uccide

L’approccio sessuale dopo la sbornia, il rifiuto e la lite sfociata in un’aggressione a colpi d’accet – ta. Il cinquantenne Francesco Carmine Oliveto ha sfondato il cranio di Adrian Anghel col bastone dell’arnese, colpendolo una prima volta alla tempia e poi almeno altre quattro volte in altre parti del corpo. Quando i carabinieri della Compagnia, alle 3.30 della notte tra sabato e domenica, hanno raggiunto l’abita – zione popolare del quartiere Civita, dopo una telefonata dello stesso Oliveto, hanno trovato il corpo del trentaseienne romeno riverso su un divano. In terra una pozza di sangue con tracce ematiche un po’ dappertutto assieme a materia cerebrale.

Evidenti macchie di sangue anche sui vestiti dell’operaio che, ai militari del capitano Sabato Santorelli, avrebbe raccontato d’avere trovato il cadavere nel suo appartamento quando era tornato a casa. Una ricostruzione confusa, con parole strozzate e gli occhi assenti, che non ha minimamente convinto i carabinieri né il sostituto procuratore della Repubblica, Maria Grazia Anastasia, recatasi nell’abitazione popolare ricavata in un vecchio palazzo del centro storico catrovillarese restaurato negli anni passati. È diversa la versione fornita dalla difesa del cinquantenne, affidata all’avvo – cato Luca Donadio, secondo la quale l’operaio avrebbe sin dalla prima telefonata spiegato ai militari d’avere ammazzato Anghel. Nell’appartamentino Oliveto sabato aveva invitato a cena il romeno, ed entrambi avevano mangiato e bevuto per tutta la serata sino a notte inoltrata quando si sono seduti sul un divano davanti alla televisione per vedere un film porno coi fumi dell’alcol che ormai li avevano completamente stravolti.

Proprio mentre gli occhi erano fissi sullo schermo, ha raccontato Oliveto agli inquirenti nelle ore successive al delitto, il romeno avrebbe tentato un approccio che egli avrebbe rifiutato provocando la reazione di Anghel il quale, sempre a sentire il racconto dell’assassino, l’avrebbe aggredito e picchiato violentemente. Il cinquantenne sarebbe riuscito a farlo calmare solo piangendo e pregandolo di smetterla. Quando il trentaseienne ha preso fiato, sedendosi sul divano, Oliveto avrebbe impugnato l’accetta che teneva in casa colpendolo almeno cinque volte. Prima stordendolo e poi spaccandogli la testa. Quindi ha chiamato i carabinieri. Poche ore dopo la telefonata, l’intervento dei militari e la scoperta del cadavere del romeno, Oliveto è stato arrestato in flagranza di reato per omicidio volontario. Col passare delle ore, quando il potere del vino è venuto meno e la sbornia passata, ha confessato tutto. Ieri mattina il cinquantenne è stato rinchiuso dietro le sbarre del carcere di Castrovillari dove ha avuto tutto il tempo per ripensare a quanto successo. Nelle prossime ore, assistito dall’avvocato Donadio, comparirà dinanzi al tribunale per la convalida dell’arresto.

Sia Francesco Carmine Oliveto che Adrian Anghel avevano precedenti penali. Decisamente più gravi quelli del cinquantenne, nel ‘98 arrestato per un altro omicidio commesso in quella occasione a Laino Borgo ma con modalità analoghe: aveva ucciso un uomo sfondandogli la testa con un martello. Secondo la ricostruzione degli inquirenti agì per gelosia. Arrestato, fu condannato a quindici anni di carcere ma rimase dentro solo sino al 2006, quando grazie alla riduzione garantita dall’indulto e ad altri vantaggi previsti dal nostro sistema giuridico era tornato completamente libero dopo alcuni permessi e la semilibertà. S’era trasferito a Castrovillari dove viveva grazie alla pensione di reversibilità della moglie e lavoretti agricoli occasionali. Sfogliando i fascicoli investigativi relativi ad Adrian Anghelm, invece, emerge che era un po’ testa calda.

Qualche mese fa era stato arrestato dai carabinieri per avere violato gli obblighi imposti dagli arresti domiciliari cui era stato sottoposto per rissa. In diverse occasioni era stato coinvolto in liti verificatesi in città, una delle quali poco lontano dalla caserma dei carabinieri. Il corpo del trentaseienne romeno è stato trasferito nell’obito – rio dell’ospedale cittadino dove resterà sino all’autopsia che sarà eseguita nelle prossime ore su disposizione del pm Anastasia, che coordina le indagini in stretta collaborazione con il procuratore capo Franco Giacomantonio.
28 novembre 2011

Fonte: Quotidianamente

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