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sabato 21 gennaio 2012

''Non mi prestano soldi perché romeno'', l'odissea di un lavoratore

di Annalisa Casciani
L'AQUILA - Negato da ben due banche, la Carispaq e la Tercas, un prestito di 15 mila euro a un giovane imprenditore romeno residente all'Aquila.

Il no al prestito, tra l’altro garantito da un Confidi che ha approvato regolarmente una pratica, è stato sancito dopo mesi e mesi di ritardo, senza una chiara ragione ufficiale. Dopo la denuncia da parte del giovane di nazionalità romena dell’autentica odissea vissuta, sulla storia piomba l’ombra del rifiuto per motivazioni razziali.

Regolarmente contrattualizzato da un’azienda specializzata in prodotti caseari e in possesso di partita Iva, il giovane si è rivolto a un Confidi per chiedere un prestito agevolato con garanzia all'80 per cento, ma si è visto sbattere la porta in faccia dalle banche senza nessuna spiegazione.

Eppure la pratica era stata approvata dal consorzio di garanzia creditizia competente a ricevere istanze da parte di chi è in possesso di una nuova partita Iva, i quali grazie a fondi dell'Unione europea, possono chiedere prestiti fino a 50 mila euro, con garantito l'80 per cento della somma erogata dalla banca collegata ai confidi.

"Veramente non capisco come possano accadere cose del genere, siccome non ci sono spiegazioni nel merito, alla fine ho tratto la conclusione che ci siano prevenzioni immotivati nei confronti degli stranieri - si è sfogato il giovane ad AbruzzoWeb - Volevo chiedere un prestito di 15 mila euro per l'acquisto di un furgone, in modo da poter cominciare una seconda attività. Mi sono rivolto al Confidi e lì mi hanno suggerito quella che era, a loro avviso, la soluzione migliore per il mio caso. Così ho richiesto un prestito agevolato, all'80 per cento, alla Carispaq, il consorzio mi ha dato, praticamente, la certezza che mi sarebbe stato concesso".

Questo accadeva ad aprile 2011: il giovane imprenditore, sicuro di ricevere i 15 mila euro, ha contattato un privato per comprare un furgone e, per bloccare l'acquisto, ha dato anche un cospicuo anticipo. “Avevo addirittura ordinato delle gomme nuove, perché ero sicurissimo di poter contare sul prestito", ha spiegato il ragazzo.

Dopo 3-4 mesi, il Confidi non aveva ancora comunicato l'esito della richiesta all'imprenditore che si è rivolto direttamente alla Carispaq per avere delle spiegazioni su un ritardo così ingiustificato.

"Il direttore dell'agenzia numero uno della Carispaq dell'Aquila era in ferie - ha continuato l'imprenditore - e il vice direttore mi ha fatto attendere per più di due ore: la mia pratica era smarrita. Sono tornato il giorno successivo e per magia la pratica era venuta fuori. Mi hanno assicurato che, tempo una settimana, mi avrebbero comunicato l'esito. Invece dopo più di due settimane, il Confidi mi ha contattato dicendomi che la richiesta era stata bocciata dalla banca senza nessuna spiegazione".

Secondo il giovane romeno, il Confidi non si è occupato di tutte le tappe della pratica come doveva; infatti, ha dovuto fornire soltanto le fatture dei pagamenti fatti dall'azienda per cui lavora, circa 2 mila euro di salario mensile, il resto era compito del Confidi.

Per agevolare la pratica il consorzio mi ha dato anche un consiglio sulle cause del prestito: "Mi hanno detto di mettere come causale che si trattava di un prestito personale e non per comprare il furgone. Ma per chiedere chiarimenti alla Carispaq mi sono dovuto muovere in prima persona: non ho avuto spiegazioni e nemmeno i soldi", ha denunciato il ragazzo.

A quel punto, il Confidi gli ha proposto di tentare con la banca Tercas, sperando in un esito migliore, ma lì addirittura il direttore dell'agenzia non ha nemmeno inoltrato la pratica alla sede centrale di Teramo, chiedendo al giovane un ulteriore garante e imponendo come condizione un contratto a tempo indeterminato.

"Mio fratello - ha spiegato l'imprenditore - si è offerto come garante al 20 per cento, alla fine il credito era completamente coperto, ma per il contratto a tempo indeterminato come potevo fare? Io ho la partita Iva che è un altro tipo di contratto e poi l'azienda per cui lavoro è seria e conosciuta nel capoluogo. Come non pensare che la causa dei due rifiuti sia la mia nazionalità?".

A causa di tutte le beghe burocratiche, il giovane imprenditore ha perso sei mesi di tempo dietro il Confidi e le due banche, mesi in cui avrebbe potuto cercare un altro finanziamento; senza contare il fatto che ci ha rimesso i soldi dell'anticipo e delle gomme prenotate, oltre, purtroppo, alla beffa di trovarsi un prestito negato senza la minima di giustificazione e con l’ombra del razzismo.
01 Gennaio 2012

Fonte: AbruzzoWeb

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