Autore: Irina Turcanu
Dom, 10/06/2012
Una lettura galoppante. Una scrittura galoppante, come lo stesso autore ha dichiarato: tredici notti bianche, per Bogdan Cosa, ed è nato Poker (Cartea Romaneasca, 2011). Il romanzo vincitore del concorso, “Debutto”, indetto da una delle più prestigiose case editrici romene. Un giovane, nato nell’anno in cui moriva il comunismo, che ha tutti gli elementi per diventare una voce importante per la letteratura romena contemporanea.
Il romanzo è minimalista, vivo, dinamico, con una scrittura nervosa, avvezza ed energica. Una storia d’amore in sottofondo, un panorama per le vicende dei giovani ribelli che consumano la loro rivolta tra trip, navigazioni in rete, avventure e parties imbevuti di alcol. Giovani che rifiutano la maturità. Giovani per i quali la vita è un gioco a poker. E non di rado si possono scorgere i trucchi del gioco d’azzardo per eccellenza.
Nonostante il grande successo riscosso in patria, la critica ha accolto l’opera di questo giovanissimo autore sia con commenti di forte disappunto che con elogi. O nero o bianco. Ed è così che l’ha vissuto anche il lettore. C’è chi l’ha amato o chi l’ha odiato.
Al momento il romanzo non è disponibile in italiano, e allora ho scelto di parlarvene con un assaggio della nuova letteratura romena.
“Ad Ada piacciono i libri. Le piace tutto quel che riguarda l’arte, la… non so come chiamarlo, va pazza per ogni cagata che odora di cultura. All’inizio mi ha detto che è un’artista. Mi è sembrato affascinante. Lei vive in questo film. Si crede colta. Crede di vivere esperienze profonde perché ogni mattina si alza dal letto, prende una tazza di caffè e un libro e si sistema in poltrona, legge memorie e filosofia. Dice che è questo il suo rituale, così le si mette la mente in funzione. Per un po’ mi prendeva. Arrivavo da lei e mi sentivo come in un santuario, almeno nella sua stanza, perché in soggiorno i suoi leggevano Dan Puric. Non si può leggere Dan Puric. NO. Ma salivo le scale e in mansarda era da sogno. Quadri sui muri, maschere, vasi, ogni tipo di oggetti artigianali. Era qualcosa di completamente nuovo per me. Sì, io che sono cresciuto in un monolocale, in affitto, per un pezzo, uscire con tipe che hanno mansarde e roba del genere? Le macchine degli altri. Poi la mia macchina, ma mi son preso la macchina. E casa… E queste tipe…
Non so perché mi passano per la mente tutte ‘ste scemenze. Ada, il diavolo sa dove sia finita. Andrea, qui, in macchina, dormendo. Passaggio a livello e ferrovia. Centoventi, quinta, quarta, terza e via discorrendo. Piccoli salti. Andrea trasale un po’, alza la testa e guarda spaesata attraverso il finestrino di destra. Si riaddormenta. ‘Sta ragazza è straordinaria. Neanche so se voglio o no starci assieme. Non so mai se voglio stare con una tipa o un’altra o con Ada. Neanche mentre ci vado a letto con loro. Alcune fanno sesso meglio, altre no. Con Ada è ok. A volte si appannano i vetri. Ho saputo che la temperatura del corpo aumenta di un grado e mezzo quando si fa sesso. Questo era buono a sapersi quando vivevo nel monolocale e avevamo uno schifo di calorifero elettrico. Quindici-sedici gradi in casa. Sono andato in campagna una volta e, quando sono tornato, gran sorpresa. Erano due gradi in camera. Non potevamo crederci, siamo rimasti di sasso. La mamma mi ha guardato e, quando mi si è rivolta, le è uscito il vapore dalla bocca come a un eschimese.“
Bogdan Coşa è nato il 24 gennaio 1989 nei pressi di Brasov. Laureato in Lettere e Filosofia, collabora con diverse testate letterarie.
Fonte: Sul Romanzo
domenica 17 giugno 2012
La nuova generazione romena di scrittori… di personaggi, Bogdan Coşa
Pubblicato da Anonimo alle 10:15
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