cronaca01/06/2012 - la storia
La centrale elettrica dove è rimasto folgorato Dumitro Anichet
Muore folgorato rubando rame in un'azienda sfitta
Vittima un romeno, il complice dà l’allarme e fugge
marco accossato
torino
Un romeno di 47 anni, marito e padre di due bambini, è rimasto folgorato ieri in un capannone sfitto, mentre - probabilmente insieme a un complice - rubava rame. La tremenda scarica di un trasformatore lo ha fulminato senza dargli neppure il tempo di chiedere aiuto. E’ accaduto poco dopo le due. Ma il corpo dell’uomo è stato trovato soltanto verso le 18, nell’ultima delle cabine elettriche all’interno del capannone. Fuori, nascosti dietro cespugli, mucchi di cavi elettrici e di rame già sottratti e fatti passare attraverso una finestra forzata.
La vittima si chiama Dumitro Anichet. Moglie e figli vivono ancora in Romania: la polizia sta cercando di ricostruire la sua storia: aveva un lavoro, prima di iniziare a rubare? Da quanto tempo era in Italia? Da capire chi abbia dato l’allarme: la prima ipotesi è quella di un complice, che avrebbe indicato il luogo prima di chiudere la telefonata e fuggire. In serata ha iniziato invece a circolare un’altra versione: a telefonare ai carabinieri sarebbe stato anche un amico di Anichet, che con lui condivide casa. Collegando le due telefonate si sarebbe giunti all’identità del ladro prima ancora di trovare i documenti. L’ambulanza del 118 è arrivata nell’arco di pochi minuti, ma il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso del romeno.
Il capannone dov’è morto l’uomo è in una strada interna di via Reiss Romoli, al 122. Un cartello «Affittasi» sul muro dell’edificio sfitto dice che da tempo in quel capannone non c’è più nessuno. «In realtà - spiega il proprietario - chi lo ha affittato per ultimo ha regolarmente disdetto il contratto dell’energia elettrica». Perché, allora, c’era ancora corrente nelle cabine dove si trovano i trasformatori?
Dumitro Anichet aveva rubato quasi tutti i cavi e tutto l’«oro rosso» disponibile. Era all’ultimo trasformatore, nell’ultima cabina accanto alla finestra forzata per entrare. La scarica è stata talmente violenta che alle 14,10 sono saltati i sistemi di sicurezza della centralina elettrica di zona, in via Cruto. Per circa due minuti diverse famiglie della zona sono rimaste senza corrente. Poi l’energia è tornata.
Per riuscire a estrarre il cadavere dalla cabina, i vigili del fuoco hanno dovuto proteggersi con speciali tute bianche e guanti isolanti. Troppo alto il rischio di avvicinarsi senza cautele al trasformatore che ha ucciso l’uomo. Ora si cerca il complice.
Fonte: La Stampa
lunedì 4 giugno 2012
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