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domenica 11 novembre 2012

Incontro di studi Orme di Roma. Tra Italia e Romania all’insegna di Roma antica‏

ACCADEMIA DI ROMANIA IN ROMA

16 novembre 2012, ore 16.00

Incontro di studi

ORME DI ROMA

Tra Italia e Romania all’insegna di Roma antica

Indirizzi di saluto – ore 16,00
Prof. Mihai Bărbulescu, Direttore dell’Accademia di Romania in Roma
Prof. Paolo Sommella, Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Romani

Introduzione – ore 16,30
Avv. Enrico Silverio. Direttore della collana Studia Juridica
Le ragioni di un incontro di studi

Interventi – ore17,00
Prof. Ioan-Aurel Pop. Rettore dell’Università “Babeş-Bolyai” di Cluj – Napoca
L’impronta di Roma: il legato della latinità nella coscienza dei Romeni

Prof. Stefan Damian. Università “Babeş-Bolyai” di Cluj – Napoca
Roma nei viaggiatori romeni dell’Ottocento in Italia

Avv. Enrico Silverio. Direttore della collana Studia Juridica
L’idea di Roma nel Regno d’Italia sino alla Mostra Archeologica del 1911

Dott.ssa Anna Maria Liberati. Sovraintendenza BB. CC. Roma Capitale. Responsabile delle Collezioni del Museo della Civiltà Romana

Dott.ssa Giuseppina Pisani Sartorio. Archeologa. Direttore del Bollettino della Unione Storia ed Arte
La Mostra Archeologica del 1911 e il viaggio della Unione Storia ed Arte in Romania

Prof. Mihai Bărbulescu. Direttore dell’Accademia di Romania in Roma

Prof. Stefan Damian. Università “Babeş-Bolyai” di Cluj – Napoca
Le lupe capitoline in Romania

Dott.ssa Lucrezia Ungaro. Sovraintendenza BB. CC. Roma Capitale. Responsabile Valorizzazione del Patrimonio dei Musei Archeologici e Polo Grande Campidoglio.
Romania – Italia: un legame culturale in continuo rinnovamento. Il ruolo dell’Accademia di Romania a Roma e della Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale

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ORME DI ROMA

TRA ITALIA E ROMANIA ALL’ INSEGNA DI ROMA ANTICA

Nel 2011 è ricorso il 100° anniversario della Mostra Archeologica, tenutasi presso le Terme di Diocleziano in occasione del Cinquantenario dell’Unità d’Italia. La Mostra intese essere un’esposizione dei risultati raggiunti da Roma nelle province dell’impero ed a questo scopo vennero chiamati a partecipare alla sua realizzazione i più insigni studiosi degli Stati un tempo province imperiali.
In questo contesto, ebbe modo di maturare e rinsaldarsi un rapporto di non comune amicizia tra Italia e Romania, tanto che lo stesso Rodolfo Lanciani, direttore della Mostra, nel discorso inaugurale tenuto davanti al Re d’Italia ricordò in modo particolare il ruolo avuto proprio dalla Romania:
Altra cosa è leggere le imprese delle guerre Daciche nel freddo testo degli istorici di Traiano,
altra è leggere in quella incomparabile iscrizione, a noi donata con infiniti altri cimelii dalla
Nazione Sorella dei Rumeni, l’addio rivolto dall’optimus princeps ai suoi commilitoni.
Nell’ambito del fertile clima culturale creatosi intorno all’esposizione si rafforzò l’idea di una Scuola Romena a Roma, in seguito destinata a trasformarsi nell’attuale Accademia di Romania in Roma, ma le vicende della I guerra mondiale rallentarono la realizzazione di tali progetti. Tuttavia, già nel 1921, in fortunata coincidenza con il Cinquantenario di Roma capitale, l’Unione Storia ed Arte, per suggellare i rapporti tra i due Paesi rinsaldatisi da ultimo proprio nel 1911, con un viaggio di sapore quasi diplomatico durato più di un mese, fece dono alla città di Cluj di una lupa capitolina in bronzo.
Di questa memorabile occasione, della quale nel 2011 è ricorso il 90° anniversario, vennero realizzati un volume e cartoline commemorative, mentre grazie alla fotografia sono state consegnate al ricordo dei posteri le fasi più importanti di quell’evento. Attualmente, dopo la cessazione delle attività sociali dell’Unione Storia ed Arte, la documentazione di cui si è detto è conservata presso l’Istituto Nazionale di Studi Romani.
L’attuale Istituto Nazionale di Studi Romani, già Istituto di Studi Romani, rappresenta un momento di grande importanza, quasi un catalizzatore, per la storia delle relazioni culturali tra Italia e Romania negli anni ’20 e ’30 del Novecento, che vennero nuovamente rinsaldandosi in coincidenza dei primi momenti di vita dell’Istituto stesso e della Scuola Romena di Roma e proprio grazie a queste istituzioni. Basti pensare, in tal senso, al contributo offerto da Emil Panaitescu, direttore della Scuola Romena di Roma, ai Corsi Superiori di Studi Romani in occasione di diversi anni accademici, ma sia sufficiente anche pensare ai contributi di Nicolae Iorga e di altri studiosi romeni alle iniziative culturali dell’Istituto, tutti pubblicati dall’Istituto stesso.
Altre lupe capitoline vennero donate dall’Italia alla Romania per simboleggiare il comune passato romano, mentre proprio negli anni ’20 e ’30 la Scuola Romena di Roma entrava nel vivo della sua attività culturale e di lì a poco venivano anche avviati i lavori per la costruzione dell’attuale edificio sede dell’odierna Accademia. In seguito, se da un lato i rapporti culturali con l’Amministrazione Capitolina e l’Istituto di Studi Romani dovettero interrompersi negli anni successivi alla II guerra mondiale, a partire dagli anni ’90 del Novecento la vita scientifica dell’Accademia di Romania in Roma è invece ripresa e prosegue, senza interruzione alcuna, all’insegna di una tradizione ormai consolidata, maturata a partire dal 1911, cementata negli anni ’20 e ’30 e che sembra doveroso ricordare e fare conoscere.

Enrico Silverio

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