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domenica 1 novembre 2009

I rumeni votano per le politiche del loro paese. Accadrà in novembre a Latina.


sabato 31 ottobre 2009

A Latina i rumeni votano. Non solo per le amministrative, come ha disposto da tempo il ministero degli Interni, ma anche e sopratutto per elezioni p0litiche...che si terranno in novembre nel loro paese. A mio vedere, che questo esempio di società multiculturare e di integrazione di cui tutti parlano ma che nessuno vuole davvero venga attuata così, semplicemente. in provincia di Latina, farà girare gli zebedei a parecchi progressisti. Far votare i cittadini rumeni per le politiche del loro paese senza star lì a dibattere se dare il voto agli immigrati (ai clandestini in particolare), senza parlare di integrazione e parità di diritti, in sintesi garantirgli questi diritti - in particolare quello di partecipare alla vita politica del loro paese, la trovo una soluzione semplice...e un filo geniale. Bastava un poco di senso comune per arrivare ad una coclusione simile. I particolari ce li racconta Graziella di Mambro, nel suo articolo sul quotidiano "Latina Oggi". di cui è vice direttore.

I rumeni immigrati vanno al voto. Ma non per le elezioni politiche del nostro Paese. E neppure per le amministrative come è già accaduto per il rinnovo del consiglio comunale di Latina. No, questa volta vanno a votare per le politiche del loro Paese, che si terranno domenica 22 novembre. Sulla base degli accordi tra Italia e Romania sono stati istituiti seggi nelle città dove è più massiccia la presenza di cittadini rumeni. Latina è tra queste e il seggio sarà regolarmente aperto e controllato come nelle elezioni italiane ed europee. E’ stata scelta la sede del Gabbiano, in viale XVIII Dicembre, sulla prima circonvallazione. «Per la vita politica del nostro Paese, la Romania, è un evento importantissimo con una grande partecipazione da parte dell’elettorato. - dice Mihaela Serban, consigliere del sindaco di Latina per l’integrazione e i rapporti con la comunità romena - data l’importanza di questo appuntamento e il numero molto elevato di cittadini rumeni presenti a Latina e nelle città vicine, colgo l’occasione per invitare tutti i connazionali ad andare a votare». Nei prossimi giorni verranno affissi negli spazi elettorali i manifesti con i candidati alle elezioni presidenziali della Romania, forniti dal Consolato in Italia. Il seggio di viale XVIII Dicembre avrà sei cabine elettorali; il presidente e gli scrutatori saranno selezionati dall’Ambasciata di Romania a Roma e lo scrutinio inizierà in contemporanea con le stesse operazioni di spoglio in quel Paese. Il risultato definitivo dovrebbe essere noto nel pomeriggio del 23 novembre prossimo. E’ la prima volta che la comunità rumena di Latina ha la possibilità di votare per le presidenziali del Paese di origine, mentre, come prevede la normativa comunitaria, molti di loro hanno già votato alle amministrative italiane, dove c’erano anche dei candidati rumeni. Le operazione di predisposizione del seggio elettorale vengono seguite anche dal Comune di Latina e in specie dal segretario generale Mario Taglialatela insieme a Loredana Valenza. Quello del 22 non è dunque «solo» un test elettorale di grande rilevanza politica per la Romania, ma anche una prova autentica di integrazione e garanzia dei diritti politici per i moltissimi cittadini rumeni che lavorano e vivono a Latina. Anche la scelta della sede del seggio non è stata casuale, poiché si trova a ridosso del quartiere più multiculturale della città, in zona Nicolosi, dove altissima è la percentuale di famiglie rumene. I manifesti elettorali verranno inoltre affissi nelle città limitrofe (Sezze, Sermoneta, Cisterna, Sabaudia) perché anche i cittadini lì residenti potranno votare a Latina. I certificati anagrafici validi per votare verranno rilasciati dai Comuni di residenza, quello di Latina ha aperto uno sportello temporaneo. G.D.M.

Che bella soluzione! un po' come si fa per far votare i cittadini italiani all'estero, direte voi. Invece tale operazione va oltre. permette ai cittadini stranieri (e i rumeni immigrati regolari, la comunità più numerosa in provincia di Latina) di continuare a sentirsi parte di una nazione e di un popolo, Operazione dipomatica, politica, ma soprattutto identitaria. E' probabile che l'esempio venga seguito anche per altre comunità di immigrati sempre più nutrite dai nuovi arrivi. Tutto questo accade i quella provincia del Lazio da molti considerata culla del razzismo e del fascismo e non nella civile Bolzano, "crocevia di popoli e culture", dove a volte gli italiani fanno fatica a trovare un lavoro decente e dove la multiculturalità ne il bilinguismo sono solo bandierine da sventolare durante le manifestazioni. Questa è la terra delle scuole d'infanzia con i muri che separano bambini di lingua italiana da quelli di lingua tedesca, la terra delle pagelle scolastiche sulle quali non compare il logo della repubblica italiana, provincia autonoma, talmente autonoma che "lei non parla tetesco, mi spiace, ma lavoro non ce n'è". O dove gli italiani autoctoni pensano che i forestieri (italiani che arrivano da altre regioni) vogliano rubare loro il lavoro. E non ha importanza se il nativo si chiama Esposito.

Grazie a Latina Oggi e a Graziella di Mambro vice direttore del quotidiano pontino già autrice di inchieste sulla privatizzazione delle acque e sulle infiltrazioni camorristiche a Latina e provincia.

Fonte: Il Blog di Angelo De Nardis

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