Colpo da 35mila euro in via Fortini. In casa c'era sola baby sitter rumena col bambino. I malviventi hanno suonato il campanello spiegando di dover effettuare accurate verifiche all'impianto elettrico.
TRUFFE IN CASA. Hai mai vissuto un'esperienza che ti ha insospettito?
Firenze, 5 novembre 2009 - Non aprite quella porta. Guai ad avere fiducia negli altri. Ad essere in buona fede. Soprattutto a fare confidenze, parlare delle proprie abitudini con i semi-estranei, che magari hanno ‘monitorato’ i nostri spostamenti, individuato i nostri indirizzi, ‘testate’ le nostre abitudini. I ladri-truffatori hanno cento scuse e cento travestimenti, sono in agguato per depredare chi molto o poco ha. Basta che si tratti di persone vulnerabili: in generale (gli anziani) o in un momento contingente, particolare. esattamente com’è accaduto nella tarda mattinata di martedì alla proprietaria di una bella abitazione di via Benedetto Fortini, strada lunga e ondulata, punteggiata di dimore di pregio, che da via di Ricorboli arriva fin sulla Chiantigiana.
In due, spacciandosi per impiegati dell’Enel, hanno suonato il campanello di una casa, spacciandosi per «tecnici di società che eroga la corrente elettrica incaricati di procedere a verifiche sull’impianto». C’erano in casa la baby sitter, una rumena di 32 anni, con il bambino a lei affidato. Ha fatto accomodare i due, non li ha seguiti passo passo nelle loro ’verifiche’ perché — ha spiegato poi alla polizia — il bambino piangeva, e quelli ne hanno approfittato per trafugare almeno un orologio Cartier, gioielli e denaro contante. Sono riusciti ad arrivare anche a una cassetta di sicurezza celata nel guardaroba.
Dopo venti minuti, se ne sono andati in maniera che la baby sitter ha poi definito «frettolosa». C’è da ’capirli’: il bottino era ragguardevole, ed era già da diversi minuti che si intrattenevano nella casa. C’era il pericolo che tornassero i proprietari. Trascorsi alcuni minuti la baby sitter si è finalmente fatta prendere dagli scrupoli. Si è consultata su quella strana visita con i vicini di casa. Che hanno scosso la testa. La proprietaria di casa, 36 anni, è giunta di lì a poco e il sospetto si è trasformato in brutta realtà: 35mila euro l’ammontare del danno secondo una prima, sommaria stima. E’ stata chiamata la polizia.
Accertamenti di prassi a parte, è rimasta impressa in tutti la circostanza del bambino in casa al momento del furto: e se quei due banditi fossero stati scoperti sul fatto, mentre erano all’«opera»? E’ un mondo difficile, i reati contro il patrimonio inseriti dagli Osservatori sulla sicurezza nella macrocategoria dei «reati predatori» (vari tipi di truffe, furti e rapine) sono una vera piaga. Anche perché i numeri ufficiali e le relative statistiche non sempre evidenziano la dimensione reale del fenomeno. I dati sono infatti condizionati dal cosiddetto «numero oscuro»: tutti quei delitti che sfuggono alla registrazione ufficiale perché, per diverse motivazioni, non vengono denunciati dalle vittime. Vero è che nel corso del punto sulla sicurezza in Toscana, a settembre in Prefettura, presenti i vertici di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia, è stato sottolineato un calo generale dei reati. Ma la percezione di insicurezza, concetto non disgiunto dalla sicurezza reale, effettiva, è ancora elevata.
Chiamare subito il 113 o il 112 rimane la prima precauzione zioni da prendere al minimo dubbio. Tra gli altri comportamenti suggeriti dalle forze dell’ordine ci sono: richiedere un documento d’identità, o comunque di riconoscimenti; farsi accompagnare per il ritiro della pensione o i prelievi di denaro in uffici postali o banche. Semmai chiedere aiuto agli impiegati allo sportello. Impiegati che, in presenza di persone anziane che chiedono di prelevare somme di denaro rilevanti, in modo insolito, devono subito chiedere informazioni sul motivo. Ed eventualmente telefonare alle forze dell’ordine.
Giovanni Spano
Fonte: LA NAZIONE
domenica 8 novembre 2009
"Siamo dell'Enel" Falsi impiegati svaligiano una casa
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
18:01
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1 commento:
un caso non troppo strano...come facevano i rapinatori a sapere che in casa erano nascosti 35.000 euro?? forse l'unica a saperlo era la baby sitter rumena da sola in casa col bambino...che probabilmente ha subito informato i suoi connazionali della "scoperta" nei cassetti di casa...
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