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mercoledì 4 novembre 2009

Sicilia: ospedali pieni, morto a 4 anni


Il calvario di Mirko da Messina a Catania dopo un incidente
Il piccolo romeno di un campo nomadi rifiutato da tre strutture. La procura apre un’inchiesta

MESSINA — È morto in eli­cottero mentre veniva trasferi­to a Catania perché in tutta la città di Messina non c'era un solo posto di rianimazione di­sponibile. Un calvario quello del piccolo Mirko, 4 anni, ro­meno, deceduto dopo essere stato travolto da un'auto e do­po aver peregrinato da un ospedale all'altro senza che si riuscisse a trovare un posto let­to per tentare di salvargli la vi­ta. Ora la magistratura ha aper­to un'inchiesta per stabilire quanto abbia pesato tutta quel­la perdita di tempo prezioso. «Stiamo raccogliendo elemen­ti che ci permettano di capire ­si limita a dire il procuratore di Messina Guido Lo Forte - dob­biamo innanzitutto accertare la tempistica dei soccorsi e ca­pire se eventuali ritardi hanno influito».

Sulla vicenda indaga anche la procura di Catania a cui è stata già consegnata una prima relazione del medico le­gale. «Stando a quel che ci è stato riferito - afferma il procu­ratore Enzo D'Agata - il bambi­no aveva un trauma cranico de­vastante ed è probabile che non sarebbe stato comunque possibile salvargli la vita. Tan­to che il medico legale ha esclu­so la necessità dell'autopsia. In ogni caso le indagini vanno avanti d'intesa con i colleghi di Messina». Al di là di quello che diranno gli accertamenti medi­co-legale e l'indagine della ma­gistratura resta il dato dram­matico di una città come Mes­sina in cui non si riesce a trova­re un posto letto in rianimazio­ne. «Siamo molto dispiaciuti per la morte del bambino - di­ce il direttore generale degli ospedali Papardo e Piemonte, Armando Caruso - noi stiamo attivando tutte le procedure e stiamo acquistando gli stru­menti sanitari necessari per ampliare entro un mese a otto i posti riservati in rianimazio­ne al Piemonte, che attualmen­te sono tre».

L'incidente in cui è stato coinvolto Mirko è avvenuto do­menica mattina. Il bambino è stato colpito alla testa dallo specchietto retrovisore di una Renault Twingo guidata da Giuseppina La Rocca, 54 anni, che stava attraversando un in­crocio nel cuore di Messina. Mirko viveva in un campo no­madi e quando è stato investi­to era con i genitori, ma anco­ra non si capisce se sia sfuggi­to al loro controllo e se fosse lì a chiedere l'elemosina. Sul mo­mento non sembrava nulla di grave. A bordo della stessa Twingo il bambino è stato tra­sportato all'ospedale «Piemon­te» dove si pensava di dover medicare solo un taglio alla te­sta. Ma i medici l'hanno co­munque sottoposto alla Tac che ha evidenziato il gravissi­mo trauma cranico. A quel pun­to si è reso necessario ricoverarlo in rianimazione in attesa di decidere come procedere e si è scoperto che in tutta Messi­na non c'era un solo posto di­sponibile. Non c'era al Piemonte: «Da tre giorni - dicono i me­dici - abbiamo il reparto pieno e non potevamo ospitare il bambino». Da lì Mirko è stato trasferito al «Papardo» che si trova dalla parte opposta della città. Ma anche qui non era li­bero nessuno degli otto posti letto. E visto che non c'era di­sponibilità neppure al Policlini­co si è deciso di trasferirlo in elicottero all'ospedale «Cannizzaro» di Catania dove però è giunto cadavere. Al momento l'unica indagata per omicidio colposo è la donna che era alla guida dell'auto. Resta da vedere se qualcuno verrà chiamato a rispondere per la mancanza di posti in rianimazione. «Una situazione drammatica - dice il sindaco Giuseppe Buzzanca - che si trascina da anni».
Alfio Sciacca
03 novembre 2009
Fonte: Corriere della Sera.

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