MOSTRA FOTOGRAFICA"Bucureşti"
Foto di Alessio Paduano e Sergio Antonuccio
A cura di Valerio Rivosecchi e Marco Di Capua
Galleria del Giardino- Accademia di Belle Arti di Napoli
Via Costantinopoli 107
Inaugurazione: giovedì 1 marzo 2012
Orari: lun-ven 10.30-13.30 15-18
Sabato e domenica chiuso
Fino al 15 marzo
I due giovani autori, Alessio Paduano e Sergio Antonuccio, attraverso i loro obiettivi indagano le periferie della capitale rumena, dai quartieri popolari Ferenteri e Rahova, ai canali del sottosuolo della città, dove migliaia di persone - spesso bambini piccolissimi - vivono in condizioni disumane.
Protagonista dei dieci scatti di Alessio Paduano è "Bruce Lee", stesso nome del famoso attore , ma una storia molto meno gloriosa. Trentanove anni e il corpo ricoperto di tatuaggi ( compreso il suo nome sul petto) e cicatrici. Bruce Lee è orfano e vive nei canali di Bucarest dall'infanzia. Ora è il punto di riferimento di decine di ragazzi e ragazze che a Gara de Nord vivono sotto le fogne. L'obiettivo di Paduano ne racconta l'esistenza attraverso ritratti e dettagli di oggetti, senza rinunciare alla qualità dell'immagine finale, raggiunta con un sobrio uso del bianco-nero.
Le nove fotografie di Sergio Antonuccio sono frutto di un reportage nei campi nomadi intorno a Bucarest, e nel quartiere popolare Rahova. Anche per lui la prima difficoltà è stata quella di stabilire un contatto e conquistarsi la fiducia dei soggetti ("De ce face poza": "perché fai questa foto" - era la domanda che si sentiva spesso rivolgere). Colpito dalla grande dignità delle persone che incontrava, Antonuccio ci offre un'immagine calda e partecipe di un mondo marginale e carico di dramma, così simile a tante periferie del mondo.
Alessio Paduano (Napoli 1984). Studia un anno a Parigi presso la Université Paris VII - Denis Diderot, grazie ad una borsa di studio. Nel 2007 comincia a collaborare come redattore e fotografo con vari quotidiani italiani. Nel 2009 si laurea in Sociologia, presso l' Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi comparativa tra i quotidiani "Le Monde" e "Corriere della Sera", sotto la guida dei docenti e giornalisti de Il Mattino, Francesco Romanetti e Titti Marrone. Nello stesso anno ottiene l' iscrizione all' Albo Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti. Dal 2010 studia fotografia presso l' Accademia di Belle Arti di Napoli, e inizia progetti fotografici a lungo termine sulle etnie rom, e categorie disagiate.
Sergio Antonuccio inizia nel 2009 il suo percorso dedito alla fotografia di scena guidata dai fotografi G. Fiorito, F. Donato e A. Buccafusca.
Durante il 2009 e il 2010 fotografa le scene di varie compagnie di teatro e di danza. Nel 2011 viene chiamato da NAPOLI TIVU' per effettuare le foto di scena negli studi televisivi in occasione del trentaquattresimo anno di età dell'emittente televisiva. Ancora nel 2011 è il fotografo di scena ufficiale delle tre edizioni di DE MULIERIBUS, in collaborazione con il Comune di Napoli e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Attualmente si occupa di fotoreportage e foto di scena.
HANNO DETTO:
Anton "Bruce Lee" ti guarda sospettoso da dietro avvolgenti occhiali scuri con la sua lattina in mano. La mente e' annebbiata dal suo ultimo tiro di colla. Ma non riesce a incutere terrore, perché tu ti sei posto in maniera "altra" da come lo vedono gli occhi del mondo...
Anton "Bruce Lee" e' uno dei tanti diseredati che vivono nelle fogne (non metaforiche, ma reali) di una delle metropoli del globo. La differenza sta nel fatto che Anton e' un capo, temuto e sicuramente da altri capi odiato, ma alla sua gente e a chi con lui condivide la sua condizione, non dispensa violenza e affermazioni del suo potere, ma accoglienza e protezione.
Alessio Paduano, giovane fotografo napoletano, con le sue immagini ci fa conoscere un Anton "Bruce Lee" umano, con tutte le sue vanità da bullo, compresi i segni indelebili sul corpo, che espone come trofei per dimostrare chi lui é.
Alessio coglie però anche le sue fragilità, le sue amicizie, i suoi momenti di crisi accentuati dall'uso smodato di sostanze stupefacenti a tasso unicamente chimico. Un Anton "Bruce Lee" protettivo con il suo giovanissimo amico del quale conserva una foto nel suo "appartamento". Un Anton "Bruce Lee" con i suoi gesti di premura per i diseredati come lui, che in una sorta di scala sociale degli ultimi sono al di sotto del suo gradino. Un Anton "Bruce Lee" che orgoglioso mostra i segni delle sue battaglie combattute contro la polizia e contro altri capi, ma che forse sono solo cicatrici provocate dai tanti momenti di assenza della sua mente. Ma va bene lo stesso, la sua immagine deve essere quella del duro, le attenzioni che ha per gli altri, gli oggetti a lui cari, i suoi momenti di debolezza non devono essere mostrati. Ma ad Alessio invece permette di fotografarli, capendo che il fotografo non vuole ridicolizzarlo o esaltarlo, ma solo raccontarlo.
Raccontare un uomo che sopravvive, che della sua condizione ha dovuto farne uno stile di vita. Il soprannome "Bruce Lee", forse non gli sarà stato affibbiato, ma lo avrà scelto da solo.
Come il suo mito Anton ha deciso che la sua vita, fatta di battaglie quotidiane, scontri e violenze, deve essere spesa per gli altri, per i meno forti, per un particolare senso di uguaglianza che la giustizia "morale" delle istituzioni ha dimenticato.
Alessio Paduano con le sue foto riesce a restituirci questo aspetto. Poco importa se la metropoli sia New York, Pechino o Mumbay. Anton-Bruce Lee vive a Bucarest, ma domani potrebbe essere di casa ad Atene o in qualsiasi altra metropoli del nostro mondo.
Fonte: Napoli Today
domenica 4 marzo 2012
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