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sabato 19 maggio 2012

Sei immigrato? Paghi di più. l'Europa boccia le assicurazioni

DISCRIMINAZIONI
Le "tariffe etniche" applicate dalle compagnie italiane. "Rischio nazionalità" lo hanno definito. Penalizzati soprattutto romeni, bulgari e marocchini. Il caso sollevato due anni fa da un'inchiesta di Repubblica 1 portato all'attenzione della Commissione europea da un esposto dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione
di VLADIMIRO POLCHI

ROMA - L'Europa boccia le "tariffe etniche" applicate dalle assicurazioni italiane. Sei romeno o marocchino? Male, la polizza auto ti costa di più: lo chiamano "rischio nazionalità". La Commissione Ue bolla come "restrizione discriminatoria della libertà di fruire di un servizio" tale comportamento, che prevede appunto "criteri di cittadinanza nella definizione dei premi assicurativi" delle Rc auto.
Sei immigrato? Paghi di più. Il caso, sollevato due anni fa da un'inchiesta di Repubblica 2 è stato portato all'attenzione della Commissione europea da un esposto dell'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione). La questione è la seguente: alcune compagnie italiane applicano tariffe più svantaggiose per gli immigrati (soprattutto romeni, bulgari e marocchini), "con maggiorazione dei premi assicurativi per romeni e bulgari che vanno dall'8% al 43% e fino al 100% per i contraenti marocchini, a parità di ogni altra condizione".

La raccomandazione dell'Unar. Sulla questione, il 31 gennaio 2012 era intervenuto anche l'Unar (Ufficio Nazionale Anti-Discriminazioni Razziali), diffondendo una raccomandazione generale (la 16/2012): richiamati i profili di illegittimità e di contrasto con il diritto europeo delle tariffe differenziate per nazionalità nelle polizze auto. Non solo. L'Asgi era andata avanti anche per via giudiziaria. E così il parametro "cittadinanza dell'assicurato" veniva cancellato da molte compagnie. Da molte, ma non da tutte.

Il richiamo della Ue. Con una lettera ufficiale inviata il 17 aprile scorso all'Asgi dalla Direzione generale del Mercato Interno e dei Servizi, la Commissione europea pur non aprendo una procedura d'infrazione boccia la prassi italiana. Prevedere un criterio di cittadinanza nella definizione dei premi assicurativi infatti "può rappresentare una restrizione discriminatoria della libertà di fruire di un servizio che non appare giustificata, poiché la cittadinanza non ha (a differenza dell'esperienza di guida) un impatto sulla capacità di guida degli utenti e quindi non costituisce un fattore da prendere in considerazione nel calcolo dei premi assicurativi". Alle compagnie auto ora non resta che prenderne atto.
(11 maggio 2012)

Fonte: La Repubblica

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