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domenica 17 luglio 2011

Melodia europea e dance. Dall'Est una nuova musica

Successo (anche italiano) per il pop che nasce soprattutto in Romania
La Stan ai vertici, gli Akcent spopolano su YouTube, Andra l'ex bambina prodigio

MILANO - Dracula e la Transilvania. Immigrazione e rom. Quando si parla di Romania si finisce sempre fra il pittoresco e il razzista. Meglio aggiornare le definizioni con una terza coppia: musica e dance. Da qualche mese, infatti, le classifiche e le discoteche europee sono prese d'assalto da un'onda di brani dance che arriva dalla Romania e, più in generale, dall'est. Il fenomeno tocca anche la hit parade italiana. A cavallo di aprile e maggio, il singolo più scaricato da Internet (e oggi ancora al numero 3) è stato «Mr. Saxobeat», un tormentone dance al profumo di sax. La voce è quella della bionda Alexandra Stan, 31enne nata a Costanza, sul Mar Nero. Lei punta sul sexy. Nel videoclip interpreta una galeotta che riesce ad evadere seducendo i secondini e travestendosi da poliziotta. Alexandra non è la prima. Nel 2004 la sua connazionale Haiducii arrivò sul palco di Sanremo come ospite con «Dragostea Din Tei». Quello fu un episodio isolato. Ora si può parlare di pacifica invasione.

Bisognerà quindi tenere d'occhio gli Akcent. Nell'Europa dell'est sono delle star affermate da anni: il leader Adrian Sina è uno dei giudici della versione rumena di «X Factor» e «My Passion», da qualche giorno anche nelle radio italiane, ha superato i 17 milioni di clic su YouTube. Numeri da Lady Gaga. «La gente ama il nostro mix di melodia, beat e testi. Le influenze balcaniche possono essere un elemento in più per il pubblico internazionale», commenta Adrian, produttore e voce del trio. Nato nel 1979 a Maramures, nel nord della Romania, ha iniziato come deejay in discoteca e poi su una radio nazionale. Gli Akcent, fisico palestrato e look da Billionaire, sono nati nel 2001 e l'anno successivo sono subito arrivati al disco di platino in patria. Nel 2005 il primo assaggio di popolarità internazionale con «Kylie», brano che cita «I Should Be So Lucky» della Minogue e che parla di una ragazza che vuole diventare famosa.

Ora i tre provano a fare il grande salto. Adrian analizza così il fenomeno dell'onda rumena: «Da noi non ci sono grandi nomi pop e rock. Non abbiamo artisti come Ramazzotti e la Pausini, ma c'è molta dance che è un modo di esprimere la propria libertà». Sente razzismo attorno alla Romania? «È stato molto brutto sentire quei fatti di cronaca accaduti in Italia, ma noi speriamo di mostrare una faccia diversa del nostro Paese».

Alexandra Stan è bionda ed ecco anche la mora: Andra, ex bimba prodigio (ha vinto una specie di Zecchino d'oro rumeno) che ci prova con «Something New». Per chi preferisce un look da dominatrice lesbo c'è Inna, già arrivata nelle classifiche francesi e inglesi. Il folk di una fisarmonica e il ritmo dance sono la chiave per «Freedom» di Dj Andi feat. Stella. Ce n'è per tutti i gusti, insomma. Vaga somiglianza con il vampiro Robert Pattinson, Catalin Josan è fra i preferiti dalle radio italiane con la melodica e romantica «Don't Wanna Miss You», colonna sonora dello spot di una compagnia telefonica. Lui viene dalla Moldavia, ma il team che lo produce è sempre rumeno.

Tira le fila Tiberiu Dinu, console generale della Romania a Milano: «Non c'è da meravigliarsi. Anche da noi ci sono artisti di talento. Per 50 anni siamo stati fuori dal mondo, ma ora i nostri giovani si fanno conoscere nella musica, dalla classica alla dance». Sono gli effetti della globalizzazione. Qualche settimana fa il quotidiano inglese Independent aveva lanciato l'allarme. «Il giorno in cui la musica è morta», era il titolo scelto per commentare un fatto mai accaduto in 60 anni di classifiche. Non c'era nessun artista inglese in una Top ten dominata dall'r&b americano e dalla dance europea con targa francese, olandese, svedese, italiana (il dj Benny Benassi con Chris Brown). Magra consolazione la presenza di Lauren Bennett come ospite del duo americano LMFAO. Analizza il fenomeno Enzo Mazza, presidente della Fimi, la più grande associazione discografica: «Grazie alle nuove tecnologie un successo può diventare globale più velocemente. La capacità di andare oltre le barriere nazionali è incrementata con l'arrivo dei new media».
Andrea Laffranchi
09 luglio 2011
Fonte: Corriere della Sera

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