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domenica 17 luglio 2011

Sassari si stringe alla comunità romena

Ha lasciato l'ospedale il figlio dell'ambulante morto insieme alla cognata e un'amica

SASSARI. L'abito nero taglia 54 lo aveva appena riposto nell'armadio di casa, chissà in quale occasione lo avrebbe indossato. Chissà se c'era davvero un'occasione. Perché oggi quella richiesta fatta qualche giorno fa alle Vincenziane della chiesa di Sant'Apollinare sembra più un oscuro presagio. Costel Rostas - l'ambulante romeno di 45 anni morto venerdì notte nel terribile incidente sulla 131 all'altezza del bivio per Bonorva - con la sua solita gentilezza si era rivolto alle donne della parrocchia perché gli procurassero giacca e pantaloni eleganti. Neri. Il nero del lutto, tre vite distrutte in pochi istanti. Oltre a Costel sono morte infatti Armanca Tanta Cutitar di 37 anni (sua cognata) e Minerva Lakapos di 28, romene anche loro, residenti nel centro storico di Sassari. Viaggiavano nel sedile posteriore della Renault Espace che, su quel tratto maledetto di strada contraddistinto da pericolosissimi incroci a raso, è prima finita su una chiazza d'olio e poi, come una scheggia impazzita, ha perso il controllo fino a rimanere schiacciata tra un Tir e il guardrail. L'unico superstite della famiglia è Muguel Costel, figlio sedicenne di Rostas. Ieri è stato dimesso dall'ospedale, sono andati a prenderlo i parenti. Lui si è salvato perché era sdraiato sul sedile anteriore - reclinato - accanto al padre che guidava. Dopo l'impatto è riuscito ad aprire la portiera, a lanciarsi fuori dall'auto e allontanarsi. Ieri mattina in via Sant'Apollinare - dove Rostas Costel viveva da circa un anno insieme alla moglie e ai due figli - c'erano lacrime e sconcerto. Perché quella famiglia romena, a detta dei vicini, si era integrata perfettamente. Cortesia, disponibilità, un sorriso per tutti e una fede profonda, tanto che ogni domenica partecipavano alla messa nella chiesa del quartiere. Erano tutti venditori ambulanti, le altre due donne morte nell'incidente avevano raggiunto i Costel dalla Romania solo di recente. Armanca Tanta era sorella della moglie di Rostas, la 28enne Minerva era una nipote. «Vendevano tappeti e bigiotteria di rame nei paesi - raccontavano ieri alcune donne che abitano in via Sant'Apollinare - Ogni mattina, puntuali, riempivano la macchina e partivano. Andavano spesso a Laconi e in altri paesi di quella zona». Non proprio vicino a Sassari dove sostenevano che il mercato non fosse così favorevole. Ecco perché preferivano la trasferta in altre parti della Sardegna. «Erano delle persone molto educate e davvero gentili - continuavano a ripetere i vicini di via Sant'Apollinare - e ci dispiace moltissimo per quello che è successo. Avevamo dato alla ragazza qualche vestito, era molto contenta. La signora aveva scoperto che amo i fiori e voleva regalarmi una pianta per ringraziarmi. Rostas invece vestiva sempre elegante, scarpe in pelle, camicia e cravatta, sorridente». Venerdì rientravano quasi certamente da una giornata di lavoro. Alle 22 Giovanni Ruggiu, di Ittiri, autista del Tir della Cogesrin, si era fermato sulla 131, pochi metri più avanti dello svincolo per Bonorva - direzione Sassari - perché si era appena accorto che l'autoarticolato perdeva olio e stava sistemando sull'asfalto il triangolo luminoso per segnalare il pericolo.Ma il destino in questi casi è più forte della prudenza e di qualsiasi altro accorgimento. La Renault ha provato disperatamente a frenare ma l'olio sulla carreggiata ha reso vana ogni manovra possibile. L'auto si è schiantata contro la parte posteriore del grosso mezzo per poi terminare la sua corsa contro la barriera che delimita la cunetta. Sono morti tutti e tre sul colpo.
10 luglio 2011
Fonte: La Nuova Sardegna

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