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domenica 29 agosto 2010

Muore un bimbo in un incendio in un campo abusivo e scoppia la polemica sui nomadi a Roma

28/8/2010
I rom e il costo-baracca

Muore un bimbo in un incendio in un campo abusivo e scoppia la polemica sui nomadi a Roma nonostante le promesse di Alemanno

FLAVIA AMABILE

Lo sapevate che a Roma si paga anche un letto in una baracca di legno in un campo abusivo? O il pezzo di terra dove costruirne una? E che esiste un racket gestito da romeni, con un tariffario rivolto ai rom in arrivo in Italia: con 200 euro al mese si ha diritto a 20 metri quadrati di terra dove costruire una casa, con 20-30 euro al mese ad un posto dove dormire con un cartone

Questa volta è stata una candela ma nei campi rom abusivi ce n’è sempre una: in inverno sono le stufe elettriche per proteggersi dal freddo, in estate le candele da tenere accese di notte per difendersi dai topi.

Ed è stato così che intorno all’una e mezza della notte di venerdì una scintilla ha provocato una fiammata. E’ bastato un istante, la baracca di legno si è incendiata e i genitori sono fuggiti un bimbo di tre mesi tra le braccia. Nessuno, invece,è riuscito a salvare l’altro figlio, Mario, tre anni carbonizzato in pochi minuti.

Dopo la prima baracca il fuoco ne ha distrutte altre tre. Ieri mattina nel quartiere periferico della Magliana a Roma dei quattro alloggi di fortuna restava un mucchio di cenere con le reti dei materassi, un passeggino e il corpo annerito di Mario ancora sul lettino.

Il piccolo di tre mesi è stato ricoverato in condizioni critiche al Policlinico Gemelli di Roma, con ustioni di secondo e terzo grado su oltre il 40% del corpo. I genitori, invece, sono rimasti lievemente feriti. «Quando ci siamo accorti che la nostra casa andava in fiamme siamo scappati fuori dalla baracca prendendo in braccio Marco Giovanni, il nostro secondo figlioletto di tre mesi. Poi istintivamente abbiamo pensato di rientrare per tirare fuori Mario, ma non ci siamo riusciti», hanno raccontato in lacrime dei genitori del bimbo, Marian Firu ed Emilia Parinescu, di 23 e 21 anni, che si erano trasferiti in quel campo assieme ai figli da poco tempo e venivano da Brescia.

Gli abitanti delle altre baracche incendiate sono invece stati svegliati dalle grida e dalla puzza di fumo. Poi l’intervento dei carabinieri e dei vigili del fuoco, intenti a spegnere l’incendio per evitare che si estendesse.

Un incidente del genere per un campo abusivo vuol dire la fine. In totale trenta baracche e 74 abitanti che vivevano lì con molti via vai da cinque anni. Un’area privata mai messa in sicurezza nè autorizzata. Subito dopo i pompieri sono arrivate le ruspe ed i pullman del comune. Chi aveva qualcosa da temere era già fuggito subito dopo l’incendio. Gli altri erano rimasti. Nel vedere i pullman si sono rifiutati di salire, temevano di essere riportati in Romania. Ci sono stati momenti di tensione, solo con l’aiuto di un ufficiale di collegamento dell’Ambasciata romena si sono rassicurati sulla loro destinazione. Invece il comune aveva provveduto a una soluzione alternativa e alla fine in 41 hanno accettato l’alloggio temporaneo nelle strutture del Comune in via Salaria. In serata dell campo non esisteva più traccia.

Il sindaco Gianni Alemanno ha parlato di «grave lutto che colpisce la nostra città» ricordando che questi «sono i terribili rischi e i drammi che si vivono negli accampamenti abusivi che da troppi anni esistono a Roma». Il Comune ha poi fatto sapere che i funerali del bambino saranno a carico dell’amministrazione.

La procura di Roma ha aperto un fascicolo per incendio colposo e omicidio ma il rogo ha anche fatto emergere il racket delle baracche e della prostituzione, in quel campo e in altri insediamenti abusivi. I prezzi per un singolo posto dove poter costruire da soli una baracca si aggirano intorno ai 200 euro al mese per 20 metri quadri di spazio all’interno di un insediamento abusivo, mentre per un posto dove dormire solo con un cartone vengono pagati 20-30 euro al mese. Il tutto è gestito da clan di romeni. E non è escluso che uno di loro si aggirasse nel campo subito dopo la tragedia. Una situazione di degrado e corruzione che ha provocato critiche contro Alemanno e la sua politica da tutte le forze politiche di opposizione, dal Prc fino all’Api di Rutelli.

Fonte: LA STAMPA

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