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sabato 21 agosto 2010

Sono romeni i dee jay del futuro


Sono romeni i dee jay del futuro
Raresh Lonut Riescu fa il dj dal'età di 15 anni ed è considerato un genio dell'house

Bucarest all’avanguardia per nuovi club con le star della console Raresh e Rhadoo

FRANCO GIUBILEI
BOLOGNA 20/08/2010


La nuova ondata elettronica stavolta non è partita dall’Inghilterra o dagli Stati Uniti, ma ha cominciato a montare nei locali di Bucarest e da lì ha preso forza fino a dilagare in tutto il mondo sommerso della «club culture». Gli ultimi eroi della console portano il nome d’arte di dj Rhadoo e dj Raresh, in Italia li abbiamo visti e sentiti di recente a Elettrowave, la sezione di Italia Wave Festival dedicata ai suoni disco più sofisticati, dove hanno tenuto banco fra una marea entusiasta di giovani appassionati di musica house e techno. In questo universo sotterraneo governato da riti, informazioni e tecnologie che ne fanno quasi un circuito esoterico, l’ascesa dei giovani dj venuti dall’Est è un fenomeno conosciuto da un paio d’anni, ma ai comuni mortali fa un certo effetto venire a sapere che il cuore della movida mondiale ora batte più forte proprio nei club della capitale rumena. Tanto che locali come il Crystal o il Pacha sono divenuti le mete preferite di star della console già popolarissime fra il popolo della notte, che vengono qui accontentandosi di cachet più contenuti pur di suonare i loro dischi: Carl Cox, fra i guru inglese della techno, ne ha parlato con entusiasmo «perché qui c’è grandissima attenzione da parte del pubblico alla qualità della musica proposta».

Il saggista Pierfrancesco Pacoda, che alla «club culture» ha dedicato i libri La rivolta dello stile, Un viaggio... a Ibiza e Io, dj su Claudio Coccoluto, analizza i motivi del successo di discoteche e programmatori musicali nati nell’oriente europeo: «Bucarest attualmente è la punta di diamante delle nuove realtà emergenti in fatto di locali e dj. Uno dei motivi è l’età media molto giovane delle persone, per cui ci sono moltissimi ragazzi, un altro è la legislazione aperta, che non comporta particolari complicanze burocratiche né per l’apertura delle discoteche né per gli orari. Il risultato, negli ultimi 3-4 anni, è stato la nascita di un gran numero di locali, un fenomeno che è letteralmente esploso fra il 2009 e quest’anno quando la rivista Dj Mag, la bibbia del settore, ha inserito il Crystal Glam Club nella classifica dei club migliori del mondo». Altri locali di richiamo sono il Pacha, l’esempio più importante di discoteca in franchising con sedi anche ad Ibiza, a Londra e in altre città, il Fire e l’Embryo.

E mentre si moltiplicavano i club, naturalmente crescevano anche i dj: Raresh e Rhadoo oggi sono i più bravi, suonano nei locali di mezzo mondo e piazzano i loro brani nelle classifiche internazionali di musica dance. Raresh Lonut Riescu fa il dj dall’età di quindici anni e da quando si è trasferito a Bucarest dalla natia Bacau, nel 2003, è esploso grazie a uno stile personalissimo che combina house music e minimal.

Rhadoo (vero nome Radu Clinca), invece ha debuttato nel ’95 al Club A e allo Studio Martin di Bucarest. Assieme a Raresh e a Petre Inspirescu ha fondato una nuova etichetta, la «a:rpia:r», con cui produce musica elettronica propria e altrui. Col tempo si sono guadagnati gruppi crescenti di fan e oggi guidano a pieno titolo la new wave electro dell’Est europeo. Già, perché non ci sono solo Bucarest e la Romania nella geografia in costante aggiornamento dei movimenti notturni dei dj e dei loro tifosi, in perenne migrazione da una città all’altra e da un club all’altro: «Questa dei locali e dei dj rumeni è solo la punta dell’iceberg – spiega Pacoda –. In realtà in altri paesi dell’Est stanno nascendo fenomeni analoghi di cui sentiremo parlare presto, mi riferisco per esempio al dj serbo Dirty South, che è già diventato una vera superstar».

E chissà che di qui a qualche anno il vocabolario del nightclubbing non si arricchisca di un nuovo termine, l’equivalente della parola «movida» in qualche lingua slava.

Fonte: La Stampa

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