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mercoledì 19 agosto 2009

Salute, in Puglia la Costituzione è salva: si cura chi ne ha bisogno

Mar, 18/08/2009
Nazareno Dinoi
DIRITTI Le Regioni non cedono alle disposizioni xenofobe del governo nazionale che vorrebbe gli stranieri senza identità e assistenza. Si fa quindi strada il modello toscano per fornire prestazioni sanitarie a tutti gli indigenti.
Da ieri in Puglia anche gli extracomunitari non regolari hanno diritto ai farmaci e alle prestazioni sanitarie come tutti gli indigenti che abitano nella regione. Con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale, infatti, entra in vigore la delibera 1344 che allarga il diritto all’esenzione del ticket anche agli stranieri temporaneamente presenti, agli europei non in regola e ai rifugiati politici o sottoposti a protezione umanitaria presenti sul territorio anche se non in regola con la norma relativa all’ingresso e al soggiorno. L’esenzione è estesa a tutti gli stranieri, anche residen ti in altre regioni e temporaneamente domiciliati in Puglia indipendentemente dall’età, purché privi di risorse economiche proprie. In questi giorni le aziende sanitarie delle sei province pugliesi si attrezzeranno per consegnare i relativi certificati a tutti gli stranieri irregolari che ne faranno richiesta. Saranno i direttori generali a informare tempestivamente i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica), i medici delle strutture pubbliche e i distretti di rispettiva competenza.
La giunta pugliese ha inteso così riconoscere un diritto sancito dalla Costituzione italiana. «Il diritto alla salute - si legge nella narrativa della delibera in questione - è tutelato dall’articolo 32 della Costituzione italiana, per cui rientra nella categoria dei diritti inviolabili delle persone umane. I recenti provvedimenti legislativi di carattere nazionale e regionale, aderendo ai principi costituzionali e a quelli convenzionali internazionali scrive ancora il governo pugliese - hanno definito delle chiare politicheper garantire l’accesso e la fruibilità delle prestazioni sanitarie ai cittadini stranieri non comunitari e comunitari irregolari ». La Puglia, terra di frontiera e storico punto d’attracco dei disperati del mondo, si conferma così sensibile alle necessità degli emarginati e dei bisognosi indipendentemente dalla loro razza o condizione socioeconomica. «Non abbiamo fatto niente di rivoluzionario», dichiara l’assessore regionale alla Salute, Tommaso Fiore.
«La nostra può sembrare una misura eccezionale - continua Fiore - ma solo perché in Italia abbiamo una terribile legge razzista che classifica reato lo status di clandestinità: è come dichiarare fuorilegge una persona per il solo fatto di esistere. Il nostro è un provvedimento normale di fronte a una tremenda legge dello Stato seconda per atrocità solo a quella sullo sterminio degli ebrei». Sono poche sinora le Regioni che hanno inteso estendere tale diritto (Puglia e Toscana, mentre la Sicilia sta predisponendo gli atti), ma c’è già chi, nel centrodestra, mettele mani avanti per impedire lo stesso allargamento in altri ambiti della nazione. È il caso del consigliere regionale dell’Emilia Romagna, Luigi Giuseppe Villani, del Pdl, che ha già presentato un’interrogazione al presidente, Vasco Errani, chiedendogli «di non voler seguire l’esempio di Puglia e Toscana per l’estensione di tutti i servizi sanitari a titolo gratuito a tutti gli stranieri irregolari».
L’assessore pugliese alla Sanità si dice dispiaciuto per queste prese di posizioni. «Non credo che avranno successo, anzi - dice Fiore - sono convinto che queste resistenze xenofobe faranno la fine di quell’altro obbrobrio, fortunatamente non passato, che obbligava i medici a denunciare la presenza di clandestini nei loro ambulatori. La classe medica in quel caso è stata unita nel condannare tale assurdità andando oltre gli schieramenti politici». La Regione Puglia aveva già imposto l’esenzione del ticket ai cittadini pugliesi con un reddito al di sotto dei 22mila euro l’anno.
Fonte: Terra News

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