12.06.2020
Una settimana dopo la strage in A1, le quattro bare sono partite da Arezzo e arrivate in Romania. Un triste viaggio a ritroso fino a Bistrita Nasaud, distretto della Transilvania. Erano partiti di lì, il 4 giugno, in otto su una Sharan. La bimba di sei mesi, il fratello di 10 anni e i loro nonni cinquantenni sono morti. Erano diretti a Napoli.
Ma alle 14 del 5 giugno, a Badia al Pino, babbo Emil, trent’anni, sfiancato dalla stanchezza è andato dritto su un tir nella piazzola di sosta. Lui illeso, feriti la moglie, una delle gemelline e il fratello 14enne di Emil. L’uomo arrestato per omicidio stradale plurimo, dai domiciliari ha chiesto al giudice di poter partecipare ai funerali dei suoi cari. Il gip Giulia Soldini deve dare una risposta. Le esequie sono state programmate per lunedì 15 giugno in modo da consentire l’eventuale viaggio di Emil in Transilvania.
L’uomo si trova a Napoli, presso lo zio, che doveva raggiungere con la carovana di familiari per trascorrere alcuni mesi di lavoro. Dopo la custodia in carcere dei primi giorni, a Emil è stata concessa la misura meno afflittiva dei domiciliari dai quali ovviamente non può uscire se non con una speciale autorizzazione. Quella che ha chiesto il suo difensore Christian Vannucchi. “Abbiamo fatto presente al giudice che lo zio di Emil, si fa garante per accompagnare il trentenne da Napoli alla Transilvania, assicurando il suo rientro in Italia dopo i funerali”.
In seconda istanza, qualora questo non venisse ritenuto sicuro dal giudice, l’avvocato del rumeno ha avanzato la proposta che Emil venga accompagnato con una scorta di polizia. “Crediamo sia un suo diritto partecipare a questo momento di commiato così doloroso”, dice il legale. Si attende a stretto giro la risposta del gip. Mentre al tribunale del riesame di Firenze pende la richiesta di scarcerazione. L’inchiesta è condotta dal pm Roberto Rossi, che disporrà una perizia sulla dinamica dell’incidente. “Mi si sono chiusi gli occhi”, ha ammesso Emil. Un viaggio di 1.600 km. “Ho sentito mio padre gridare ‘attento!’, ho sterzato, ma non sono riuscito a salvarli”. Piange. E vorrebbe accarezzare le bare dei suoi figli e dei suoi genitori.
Luca Serafini
Fonte: Corriere di Arezzo
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