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martedì 23 giugno 2020

Sorin, l’angelo dell’Adda dal cuore triste: salva la bimba, il padre annega

Monza-Brianza Cronaca

Sorin, l’angelo dell’Adda dal cuore triste: salva la bimba, il padre annega

Ha strappato alle acque una bambina scivolata nel fiume, ma non è riuscito a recuperare anche il padre. Dieci anni fa analoga impresa

Figlia scivola e finisce nell'Adda: trovato morto papà che si era tuffato per salvarla

Articolo Cornate, la figlia scivola e finisce nell'Adda: papà si tuffa per salvarla e sparisce

Sorin Ursut 

Cornate d'Adda (Monza), 22 giugno 2020 - Sorin Ursut è seduto su una panca sotto il pergolato di vite davanti alla porta di casa, in una corte antica del centro di Cornate, in Brianza. Pensa all’avventura - gioiosa e drammatica - che ha vissuto il giorno prima, sull’Adda. Pescatore dilettante di 47 anni, romeno da 18 anni in Italia, sposato e con un figlio ormai grande, un posto di lavoro come operatore ecologico, in un pomeriggio qualunque si è tuffato nell’acqua gelida per strappare alla morte la bimba di nove anni travolta dalla corrente insieme al padre.

Sorin è riemerso a fatica con la piccola in braccio; il papà, Angelo Belluscio, 48 anni, residente a Calusco, nella Bergamasca, che si era gettato anche lui per provare a salvarla, è invece stato portato a fondo. I sommozzatori l’hanno trovato ieri mattina a Trezzo, due chilometri più a valle, senza vita. Sull’isolotto di fronte alla Centrale Esterle padre e figlia erano arrivati, con il loro inseparabile cane di razza Amstaff, dal ponticello di ferro che parte dalla sponda. Una delle passeggiate più amate da queste parti, dove il fiume scorre veloce creando insidiosi mulinelli.

Lei non ha ancora smesso di ripensare a quello che è successo…
"Mi era già accaduto dieci anni fa, un altro bambino di dieci anni, sempre nell’Adda, sempre qui a Cornate, nello stesso punto. Ma quella volta si salvò anche il papà".

Si sta commuovendo
"Pensavo che il signor Angelo ce l’avrebbe fatta, invece.. non riesco a darmi pace". (Scuote la testa, mentre spuntano le lacrime).

Ci racconti com’è andata.
"Un mio amico è venuto ieri alle 17, mi ha convinto ad andare a pesca. Non avevo intenzione di seguirlo e solo alla fine ho detto di sì".

Poi?
"Quando sono stato lì, lungo l’ansa di fronte alla centrale Esterle, è accaduto tutto in pochi secondi. La bambina che finisce in acqua, il padre che si lancia per prenderla e il loro grosso Amstaff che li segue. È stato istintivo: mi sono tolto le scarpe, mi sono buttato e ho puntato subito sulla bambina. Avevo paura di quel grande cane, invece quando ha visto che stavo cercando di salvare la sua padroncina, mi è venuto dietro, quasi a controllare che tutto andasse bene. Ho afferrato la bimba e mi sono riportato a riva, ma ero esausto".

E il padre nel frattempo?
"Era solo a tre metri dalla sponda. Mi sono voltato, ho visto la sua testa che spariva e compariva dall’acqua, ma era tardi. Io non avevo più l’energia per tuffarmi di nuovo".

E a quel punto?
"La felicità per aver salvato la piccola si è mescolata al dolore per quell’uomo per cui non ho potuto fare nulla. I loro occhi e le urla non li scorderò mai. La figlia era disperata: mi ha chiesto di portarla in cima alla collina per vedere il padre che correva via. Mi ha strappato il cuore. Purtroppo, l’Adda non perdona".

di Barbara Calderola

Fonte: Il Giorno

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