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giovedì 28 agosto 2008

Lavoro stagionale, la carica dei rumeni

LIDO ESTENSI. Cameriera rumena al ristorante, pizzaiolo libanese, donna delle pulizia polacca in albergo, barista pakistano allo stabilimento balneare, impiegata francese nell’ufficio del camping: è così che va il mondo del lavoro stagionale legato alle attività turistiche. Sui Lidi comacchiesi la presenza di stagionali stranieri è sempre più forte. La concorrenza della manodopera italiana è sempre più debole e gli stranieri vanno a occupare i posti lasciati vuoti dai ragazzi ferraresi e di altre regioni.
Ristoranti, alberghi e bagni sono le attività che assorbono più stranieri. Il fenomeno non è nuovo, ma sta assumendo dimensione sempre più significative e importanti come segnala Dario Rondina, segretario dell’Ascom di Comacchio. L’osservatorio dell’associazione (l’Ascom tiene le buste paga di molte aziende) è utile per avere almeno un’idea di quel che sta capitando e di cosa ci attende nei prossimi anni. I dati più recenti dicono che la manodopera stagionale sui Lidi ha raggiunto ormai la soglia del 15-18%; fino a pochi anni si viaggiava al di sotto del 10%, ora gli incrementi sono forti e al momento inarrestabili.
Il panorama che esce dall’ufficio paghe dell’Ascom racconta una realtà composita, costituita da 122 stagionali (lieve maggioranza maschile) di 14 diverse nazionalitàm ma con una netta predominanza rumena, che si è fatta robusta soprattutto dopo il recente ingresso della Romania nell’Unione Europa. Gli stagionali rumeni sono 40 (poco meno del 30% del totale), si tratta di uomini e donne generalmente giovani dediti soprattutto a lavori di fatica, di pura manovalanza o quasi (camerieri, aiuti in cucina); non tutti reggono l’urto, specie tra i maschi i tassi di abbandono sono piuttosto alti. Consistente è anche la componente polacca, che conta 24 persone attive. La componente dell’est europeo si completa con 6 bulgari, 6 ucraini, 4 albanesi, 4 moldavi e 2 cechi (Repubblica Ceca).
Desta una certa sorpresa scoprire che tra gli stagionali vi sono anche quattro giovani donne francesi. Ma il mistero è presto spiegato. Per le straniere d’Oltralpe niente lavori pesanti, fanno incredibilmente le impiegate nei camping. E’ una stagionalità che fa eccezione. I camping, benchè bisognosi di manodopera, fanno meno riferimento al personale straniero per le mansioni più umili rispetto ad altre strutture ricettive e della ristorazione; finchè possono attingono al bacino della manodopera italiana che è mediamente più qualificata.
Il quadro delle presenze straniere si completa con 8 brasiliani, 8 libanesi, 6 marocchini, 4 pakistani, 4 cinesi e 2 iraniani.
Tra i 122 stagionali stranieri registrati dall’Ascom l’unico a svolgere (almeno ufficialmente) una mansione qualificato è un libanese assunto come pizzaiolo. Fino a pochi anni fa era facile imbattersi in egiziani che manipolavano margherite e quattro stagioni, non è che siano scomparsi, semplicemente si sono messi in proprio aprendo loro attività qui o altrove.
Il passaparola all’interno della stessa etnia o provenienza sembra essere la chiave che porta all’assunzione. Non essendo quasi mai necessaria una particolare selezione, trattandosi di lavori non qualificati, anche per l’imprenditore il criterio del passaparola risulta alla fine abbastanza funzionale.
Fonte: L’Espresso

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