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giovedì 21 agosto 2008

Vieste: Muore rumena, i parenti la seppelliscono


Il custode del cimitero di Vieste era in ferie e così le esequie, con la fossa scavata e tutto il resto, è stato fatto dal marito e i familiari. La giovane donna avrebbe dovuto iniziare a lavorare a giorni, è morta per infarto mentre si faceva un bagno al mare
di ANTONIO D'AMICO

VIESTE - Era giunta in cerca di un futuro migliore, mai avrebbe immaginato di morirci e di vedersi pure negata una degne sepoltura. Marito e familiari hanno dovuto scavare una fossa con le loro mani, il Il custode infatti non c’era perché era in ferie. È accaduto a Vieste, la «perla del Gargano», dove una giovane rumena di 24 anni, Maria Marinela Matei, morta per un infarto mentre si immergeva nelle acque della spiaggia di «Sfinalicchio», ha trovato l’eter no riposo solo grazie all’intervento dei parenti, che, tra lacrime e colpi di pala, hanno ricavato uno spazio per la sua bara. Maria Marinela era ospite di una famiglia di Vieste insieme al marito e al fratello: a giorni avrebbe iniziato a lavorare nei campi. A Ferragosto era andata al mare come tanti suoi coetanei per immergersi nelle acque limpide di quel mondo che tanto aveva sognato e rincorso. Una maledetta crisi cardiaca l’ha colpita sotto gli occhi del marito. Inutile il tentativo dei medici di rianimarla: il decesso e il trasferimento all’obitorio del cimitero viestano. Una tragica conseguenza di problemi cardiologici che la ragazza accusava da alcuni anni. L’altra notte, l’arrivo in macchina dei genitori e dei suoceri dalla Romania, la benedizione di don Francesco Iannoli, la decisione di seppellire il corpo a Vieste, complici i costi proibitivi (circa 14mila euro) per il trasferimento della salma nel paese di origine. Al momento della tumulazione l’amara sorpresa: «Non c’è nessuno che possa seppellirla, se ci tenete pensateci voi...». Dolore, tanto. Ancora più grande quando il rispetto per la morte scorre dietro un esile filo di menefreghismo e leggerezza. Ancora più ingiustificabile quando colpisce chi, in terra straniera, cerca inutilmente di far valere i suoi diritti. I parenti della giovane hanno chiuso gli occhi, pianto e scavato.Solo all’ultimo momento, quando ormai la buca era praticamente finita, qualcuno si è sostituito agli improvvisati necrofori intuendo la gravità dell’episodio. Il Comune di Vieste ha promesso di avviare un’inchiesta interna per acclarare eventuali responsabilità. «Chiediamo scusa alla famiglia Matei - tiene a precisare l’assessore alla Polizia mortuaria, Angelo De Vita - per il deplorevole gesto. Quanto accaduto ci umilia come amministratori e uomini. Tutto ciò è assurdo». Maria Marinela ora riposa in un angolo d’Italia, di quella Italia che aveva tanto sognato. Mai saprà che nella sua fossa qualcuno ha seppellito anche la dignità umana. Quella che nessuno ha il diritto di calpestare.
20/8/2008
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno.

1 commento:

gina ha detto...

Leggo su alcune riviste,che VIESTE viene chiamato PERLA DEL GARGANO,ma sfogliando pagine Google
nella lettura ,mi sono soffermato nel caso che e' successo alla Giovane Romena a VIESTE.Solo mi pronucio con questa frase:Mi vergogno di essere un cittadino Viestano,come disse tempo addietro Coron

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