Marina, l’addio a San Carlo Youssef sepolto in Marocco
Dolore. Rabbia. Lacrime. Il giorno dopo la tragedia di Bagnoli cinque famiglie inseguono ancora e inutilmente un perché. Sono quelle di Marina Carmen, Youssef, Jonelia, Dragan Mergim, amici e giovanissimi colleghi morti in una maniera assurta in un primo caldo sabato di primavera. Stavano raggiungendo il campo da «paintball». Un chilometro prima della struttura, la Mercedes guidata da Youssef El Hiba, marocchino di 30 anni residente a Camposampiero ha perso aderenza in prossimità di una curva ed è volata nello scolo Monselesana capovolgendosi, trasformandosi quindi in una trappola. Youssef, era il collante di questo gruppo interetnico, accomunato dalla giovane età e dal lavoro: tutti erano procacciatori di contratti per la Gascom. In realtà loro lavoravano per la We can di Mestrino, che opera in regime di subappalto.
Youssef, era il più esperto. Marina Carmen Tiganus, 18 anni, invece, aveva iniziato neanche una settimana fa. Entusiasta come sempre Marina Carmen aveva accettato l’invito di Youssef di unirsi al gruppo di cui facevano parte anche Mergim Kerellaj, 21 anni kosovaro di Torri di Quartesolo, Dragan Kovakevic, bosniaco di 22 anni di Grumulo delle Abbadesse e Ionella Jenica Popescu, 22 anni, rumena di Grisignano.
Youssef e Marina Carmen si conoscevano da qualche anno. Il giovane, infatti, aveva una fidanzata rumena e frequentava compagnie composte da giovani dell’Est piuttosto che da suoi connazionali. Tra qualche giorno la salma del trentenne verrà trasportata in Marocco. «Siamo in contatto con l’ambasciata marocchina per preparare tutte le carte: Youssef verrà riportato dove abitano i suoi genitori, e sepolto secondo i riti della nostra religione», ha raccontato un ieri in amico che ha accompagnato il fratello di Youssef (che vive a Rovigo) nell’appartamento del giovane a Camposampiero.
Sarà probabilmente celebrato invece nella chiesa di San Carlo all’Arcella il funerale di Marina Carmen Tiganus, 18 anni. La madre Angela ieri ha espresso questo desiderio alle sue amiche. Tuttavia il parroco, don Antonio, non ha ancora ricevuto indicazioni. «La famiglia Tiganus è arrivata da poco nella nostra comunità – ha spiegato il religioso – Conosco mamma e figlia, ma in particolare la mamma perché viene spesso al centro di ascolto della Caritas per cercare lavoro. Si è stabilito un certo rapporto con le volontarie del centro. Infatti so che oggi pomeriggio (ieri) si sarebbero recate a casa della donna a dare conforto». Ed è proprio a queste signore che Angela sta chiedendo aiuto per organizzare l’ultimo saluto alla sua bambina. Marina Carmen aveva raggiunto la mamma dalla Romania nel 2008. Nel 2011 si era diplomata al Ruzza. In città aveva legato con molti ragazzi fra cui Igor Gori Ivori, moldavo, cameriere a chiamata al ristorante pizzeria Gli Eremitani di via Porciglia. «Quando ho conosciuto Marina anche lei faceva la cameriera, a Sarmeola – racconta – Ma si vedeva che era una ragazza che non si sarebbe fermata lì. Alla notizia dell’incidente non volevo crederci perché continuavo a pensare a Marina: era una ragazza solare, sempre disposta ad aiutare gli amici, un vero angelo. Di quell’auto conoscevo solo lei. Con Marina, invece, ero entrato in confidenza: parlavamo di cose normali per ragazzi della nostra età, prima della scuola, adesso del lavoro».
Francesco Zuanon
26 marzo 2012
Fonte: Il Mattino di Padova
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