ROMA – Venerdì 30 aprile la Casa dell’Architettura ha ospitato la parte romana della “Terza giornata nazionale per la sicurezza nei cantieri“, organizzata da Federarchitetti. Appuntamento centrale, chiave di volta una manifestazione nazionale che ha coinvolto simultaneamente quattro città italiane. Roma, Milano, Napoli e Catania.
Il ruolo centrale nella prevenzione del coordinatore della sicurezza, sul campo e negli organi consultivi istituzionali, la formazione adeguata e gli obblighi dei responsabili della sicurezza, gli infortuni in edilizia. Questi i temi delle due sessioni romane, mattutina e pomeridiana, alle quali hanno preso parte il presidente di Federarchitetti Roma Giancarlo Maussier, il presidente dell’Ordine degli architetti P.P.C. di Roma Amedeo Schiattarella, il direttore generale ANMIL Sandro Giovannelli, l’assessore alle Attività produttive del Comune di Roma Davide Bordoni, il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri Armando Zambrano.
Momento centrale della giornata la presentazione del cortometraggio “C’era un rumeno a Roma”, operazione divulgativa prodotta da Federarchitetti, realizzata per richiamare l’attenzione sulle necessità formative degli operai rumeni impiegati in Italia. Su quanto ci sia ancora da fare per la sicurezza e la prevenzione dei lavoratori immigrati (120.000 gli infortuni che hanno coinvolto operai stranieri da ultimo dato INAIL, con un incremento dell’1,7% soltanto a Roma, da rilevazione Eures). Un corto, che riporta nel minuto conclusivo le immagine della mostra ANMIL “NO!”, che richiama quindi all’analisi dei dati e del numero ancora elevato degli incidenti sul lavoro e che promuove una recente iniziativa intavolata da Fedearchitetti che attiverà corsi di formazione gratuiti per primo ingresso in cantiere dedicati a operai rumeni.
Arch. Maussier, la sicurezza in edilizia senza frontiere, l’attenzione quindi ai lavoratori stranieri in Italia e ai lavoratori italiani all’estero.
Giancarlo Maussier, presidente Federarchitetti Roma |
Vibrazioni, rumore, ponteggi, formazione nella mattinata di venerdì, mentre la sessione pomeridiana è stata catalizzata dalla presentazione del corto “C’era un rumeno a Roma”.
Parla della storia, dell’incontro tra un operaio rumeno e una coordinatrice della sicurezza italiana. Un corto utilizzato per sensibilizzare e aprire un dibattito. Il problema della sicurezza degli operai rumeni nel nostro Paese credo sia evidente e urgente. Occorre puntare sulla formazione al primo ingresso in cantiere di questi operai, per prepararli e iniziare quindi una prima azione preventiva. Abbiamo a cuore questo problema, considerando che il nostro sindacato è sostanzialmente rappresentate di professionisti impiegati in medie e piccole aziende edili, di aziende quindi a diretto contatto con questa realtà. Stiamo attivando per questo un programma formativo gratuito per operai rumeni destinato al primo ingresso in cantiere. Riteniamo possa essere un modo utile di aiutare questi lavoratori sia nella sicurezza quanto nella ricerca di lavoro. Un datore di lavoro sentendosi alleggerito da tale obbligo potrebbe riflettere con meno remore su un’assunzione.
Progetti formativi in Italia quindi, anche se l’ideale sarebbe andare a formare gli stessi operai che stanno per arrivare da noi proprio in Romania, fare formazione e creare una conoscenza utile poi, al momento della partenza. Abbiamo chiesto l’appoggio e l’aiuto dell’ambasciata rumena in questo senso e per la promozione generale delle nostre attività: al momento, siamo in una fase di studio e preparazione di un futuro protocollo d’intesa, che dovrebbe definire con precisione termini e modalità di collaborazione. L’idea, il progetto, rientrano in ultimo nelle intenzioni di Federarchitetti di sottolineare la capacità italiana nella produzione di normative e prassi utili alla sicurezza sul lavoro. A nostro avviso rappresentiamo un’eccellenza europea, mondiale, e anche per questo motivo lavoriamo affinché la stessa giornata per la sicurezza nei cantieri diventi internazionale.
Un’eccellenza nella scrittura di testi e di sistemi, ma meno ancora, dati gli infortuni, nella pratica, nell’osservare e mettere in capo gli stessi sistemi e prevenire quotidianamente gli incidenti.
Potremmo considerarci i migliori nella scrittura di regole ma molto meno nella loro applicazione. Esiste ed è presente questo gap, da colmare assolutamente. I dati degli infortuni anche se segnalati in calo sono ancora molto alti, parliamo dei cantieri ovviamente. E la contrazione è dovuta in buona parte al calo dell’occupazione, a meno lavoratori presenti.
Dal Nord al Sud quale la situazione nei cantieri.
Generalmente meglio nel Nord rispetto al Sud. Anche se non sempre. Ho riscontrato casi di assoluta latitanza di attività preventive in cantieri dell’estremo Nord del Paese e al contrario casi di eccellenza nel Mezzogiorno. Il problema, anche se diversamente, è diffuso in tutto il Paese. Anche per questo abbiamo affrontato il tema del ruolo e della responsabilità dei coordinatori, di cosa possono e debbono fare per la sicurezza e di quanto debbano essere seguiti. Abbiamo avuto l’esempio dell’arch. Giuseppe Fichera, coordinatore sicurezza nella nuvola di Fuksas che ha illustrato l’attività di un cantiere di tali proporzioni. Esempio per gli iscritti al sindacato, generalmente responsabili di opere medio piccole e per una categoria, quella dei coordinatori, a nostro avviso da sostenere e tutelare.
Ci dica.
Occorrerebbe dare più ascolto ai pareri tecnici, riconoscere il loro ruolo nella scrittura di testi normativi, nelle commissioni, nei CTP (Comitati Territoriali Pa ritetici). Dare spazio al parere di rappresentanti di persone quotidianamente presenti nei cantieri e dare corso a quanto previsto dall’articolo 6 del Testo unico sulla sicurezza. Allo stesso modo prevedere una tutela sulle tariffe, ovvero evitare i giochi all’estremo ribasso.
Ho avuto modo di conoscere casi di ribasso del 72%, progetti e piani venduti a 20 euro. Sono tariffe truffa che distruggono il mercato e soprattutto riducono il livello di sicurezza, con persone che offrono servizi irrisori, nulli, per il mantenimento dei costi. Ma è lungo ancora l’elenco, delle criticità per parlare dei cantieri. Un tema che abbiamo a cuore ed evidenziato è per esempio quello del pregiudizio contro le donne in cantiere. Dai tecnici alle lavoratrici, un aspetto praticamente sommerso e invece presente e da porre sotto attenzione.
2 aprile 2012 da Corrado De Paolis
Fonte: Quotidiano Sicurezza
2 commenti:
ecco il link al cortometraggio:
http://www.youtube.com/watch?v=QMdjehXnbl4
saluti
Sono architetto - rumena, in Italia da più di 23 anni e coordinatore di sicurezza nei cantieri temporanei e mobili. Opero in Italia dal sud fino al nord ma in modo particolare per catene di negozi e nei centri commerciali.
Ho partecipato all'incontro del 30 marzo a Milano e complimenti per la presentazione... per il filmato presentato che è attualissimo come problematiche di sicurezza e in modo particolare riguardante al personale straniero che opera in cantiere... sotto varie forme... da dipendente, in società con altri e spesso come artigiano-ditta individuale. Vorrei esporre un po di problematiche che ho riscontrato nella mia attività, che forse sarebbe bene ad essere presa in considerazione di quelli che gestiscono le aperture dei centri commerciali, proprietari..
Nell'ultimo mese prima delle aperture di queste grande strutture, il umero delle ditte contract-che prendono sotto loro "ala" una marea di artigiani spesso non in regola e certamente anche prendendo le loro responsabilità...ma senza dando una formazione , senza consegna dei DPI, senza un vero e proprio coordinamento tra di loro solo tramite un geometra o un tecnico di cantiere che spesso non ha la formazione specifica in materia di sicurezza. Alla fine ciascuno opera su conto suo, utilizzando anche le attrezzature degli altri, senza specifica formazione..essendo poi un pericolo per se e per gli altri - operando in questo modo. Prima dell'apertura pur per non impedire il rallentamento dell'andamento dei lavori e raggiungere gli obbiettivi - ad aprire nei tempi prestabiliti, i controlli sono quasi innesistenti... e sempre in questi condizioni di fretta e sotto stress, gallerie piene di gente che si muove a piedi , sui muletti - spesso non con personale perparato e con attestato, succedono varie incidenti , gravi e meno gravi. Io penso che lo statuto dei General Contractor dovrebbe essere revisionato - dal punto di vista della tutela del suo personale dal punto di vista della sicurezza, di aver l'obbligo che se non si presenta un PSC solo un DUVRI di avere il personale tecnico in cantiere anche l'attestato di un coordinatore.
cordiali saluti
maggio 2012 Agota arch Orban
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