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domenica 19 settembre 2010

Da Bucarest per il museo che non c'è

ZEVIO. Sanda Moucha, professoressa romena, ha fatto 1.600 chilometri per visitare l'esposizione dedicata a Maria Callas che però non esiste
Giovanni Tanzi: «Se entro l'anno il Comune non completerà la sede della rassegna, io donerò ad altre amministrazioni la mia collezione»

14/09/2010

La «Divina» Maria Callas nella sua casa veronese nel 1954
Dalla capitale romena, Bucarest, a Zevio per vedere il museo in onore di Maria Callas che ancora non c'è. È davvero andata buca a Sanda Moucha, 69 anni, professoressa di francese e interprete al Parlamento europeo. «Ho fatto 1.600 chilometri per visitare un museo ancora di là da venire e ritornare sui miei passi a mani vuote», sbotta la professoressa innamoratasi della voce del più grande soprano quando, bambina, mamma Gabriela le faceva sentire i concerti di musica lirica diffusi dalla radio romena.
Moucha ha appreso che a Zevio - paese in cui Maria Callas abitò per quasi un decennio assieme al marito, l'industriale Giovanni Battista Meneghini - stava per sorgere un museo in ricordo della beniamina leggendo il libro «Callas lettere d'amore» (Mondatori), dato alle stampe nel febbraio del 2008 da Renzo Allegri, il più autorevole biografo della lirica. Quindi ha preso l'aereo per Milano, poi il treno per Verona e, infine, il pullman di linea per Zevio. Giunta in paese ha chiesto informazioni a una persona che non sapeva nulla del museo. Fortunatamente subito dopo ha icontrato Giovanni Tanzi, il melomane italo-bavarese che qualche anno fa donò al Comune la sua imponente collezione callasiana affinché si costituisse un museo. Da allora il Comune non è rimasto con le mani in mano: quale sede museale ha individuato il terzo piano dell'ex municipio recentemente ristrutturato. Ma i ripetuti annunci sull'imminente apertura di una rassegna callasiana in pianta stabile finora sono caduti nel vuoto.
Il rammarico della professoressa per tanta strada fatta per nulla deve essere suonato come la più bella interpretazione della Callas alle orecchie di Tanzi, da tempo in rotta con il Comune per i ritardi. Il melomane ha comunque accompagnato la Moucha nella sede del futuro museo. Ma giunto sul posto è stato fermato dalla mancanza di autorizzazione a salire al piano, non ancora ufficialmente agibile. Visibilmente contrariato, il melomane ha insistito fino all'arrivo dell'assessore alla Cultura Michele Caneva il quale, con l'ascensore, ha accompagnato al terzo piano l'ospite rumena. Caneva ha attributo il motivo dei ritardi a penuria di fondi e alla necessità di dotare di una scala antincendio, costo 150mila euro, la sede museale.
«Pensavo che a due anni dall'annuncio il museo fosse ultimato. Ma ora capisco i motivi di tanto ritardo», ha replicato polemicamente la Moucha. Tanzi non ha perso l'occasione per esternare tutto il suo acredine, rivelando: «Ho dato un ennesimo ultimatum al Comune, davvero l'ultimo: se il museo non sarà inaugurato entro dicembre di quest'anno destinerò ad altri la mia collezione, anche se l'amministrazione civica mi farà causa».
Tanzi ha posto un'altra condizione: via dal paese i cestini per le immondizie serigrafati Callas, andati di traverso anche al regista Franco Zeffirelli, grande amico della superstar della lirica. «Amici di Milano già hanno annunciato che non verranno a vedere il muso fintantoché i cestini non saranno tolti di mezzo», puntualizza il melomane. Nelle intenzioni del Comune i contenitori delle immondizie con sopra l'icona della Divina dovevano rimarcare lo stretto legame tra la cantante e Zevio alle persone di passaggio.
Piero Taddei

Fonte: L'Arena

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