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lunedì 13 settembre 2010

Giovane romena con la macchina nel Ledra: si salva grazie all’aiuto dei passanti

UDINE

A causa della forte pioggia, abbattutasi in città nella mattinata di ieri, la donna ha perso il controllo della sua autovettura finendo nel canale Ledra. La guidatrice è stata trascinata subito via dalla forte corrente. A salvare Maria Isabella Blajuti, romena di 28 anni, residente a Udine da tempo, sono stati la sua prontezza di spirito e l’aiuto di tre operai e due giovani
di Federica Barella

UDINE. Neanche lei sa come ha fatto. Quella strada l’ha percorsa decine, centinaia di volte. Solito rettilineo lungo viale Leonardo da Vinci, poi la curva rallentata dalla rotonda verso viale Ledra. Ma ieri, attorno a mezzogiorno, la pioggia era fortissima e l’auto invece di sterzare è finita dritta. E dopo aver sfondato il parapetto, pochi metri a destra dell’edicola di giornali, è finita nel canale Ledra, trascinata subito via dalla forte corrente di questi giorni. A salvare Maria Isabella Blajuti, romena di 28 anni, residente a Udine da tempo, sono stati la sua prontezza di spirito e l’aiuto di tre operai e due giovani che l’h anno subito soccorsa.

Il “botto” si è sentito anche all’interno dell’istituto tecnico per ragionieri Zanon. Verso mezzogiorno di ieri, la Fiat Bravo blu, uscendo di strada, ha infatti sfondato non soltanto due pesanti parapetti sul lungocanale, ma anche una palina in cemento di raccordo tra le ringhiere. Quasi una replica di quanto era accaduto nel giugno del 2009, quando a finire nel canale, quasi alla stessa altezza di viale Ledra, era stata pure una donna a bordo di una Bmw. Anche in quel caso la conducente era riuscita a salvarsi. E anche in quel caso l’asfalto era scivoloso a causa delle forti piogge della notte.

E ieri, come un anno fa, i soccorsi, pure quelli spontanei, sono scattati immediatamente. Le forze dell’ordine e i vigili del fuoco sono stati chiamati sia dal titolare dell’edicola di giornali sia da quanti hanno assistito all’incidente. Ma la gente non è stata ferma a guardare in attesa dei soccorsi. E così da un lato e dall’a ltro del canale sono scattati i primi aiuti “spontanei”.

Subito dopo essere finita nel canale con l’auto, la donna è comunque uscita dall’abitacolo, attraverso il finestrino, “ rifugiandosi” sulla parte superiore dell’auto aggrappata al tettuccio, mentre il mezzo veniva spostato dalla corrente per quasi 200 metri, in una zona del Ledra in cui il canale ha una profondità anche di un metro e 80 centimetri.

Intanto, da un lato del canale due studenti del Marinelli hanno continuato a parlare alla donna romena, cercando così anche di calmarla e rassicurarla, mentre tre operai che transitavano lungo la parte di via Marco Volpe si sono organizzati formando una “ catena umana” e grazie anche al manico di un ombrello (che ha funzionato come vero e proprio “aggancio”) hanno poi tratto in salvo la donna, approfittando pure di un piccolo promontorio lungo l’argine.

L’auto ha poi proseguito la sua “corsa” lungo il canale fino a qualche decina di metri dalle griglie di metà viale, all’altezza del ponte pedonale. In quel momento sono arrivati i vigili del fuoco, con la squadra speleo-alpina-fluviale, i carabinieri, una pattuglia delle volanti della polizia, i vigili urbani e i sanitari del 118. Per la giovane rumena comunque non è stato necessario alcun ricovero. Tanto che l’ambulanza è servita a Maria Isabella Blajuti soprattutto come cabina per cambiarsi e mettersi dei vestiti asciutti. E dopo qualche accertamento, il suo primo pensiero è stato per i soccorritori che ha ringraziato tra le lacrime.

«Abbiamo fatto quello che avrebbe fatto chiunque altro - hanno precisato ieri Giovanni Mottola, 33 anni, Vincenzo Zocco, 47 anni, e Fatmir Luzi, 37 anni, tutti e tre operai residenti nell’Udinese, ieri soccorritori per caso -. Per fortuna avevamo l’ombrello alla quale si è aggrappata la donna. Praticamente noi ci siamo solo un po’ bagnati le scarpe».
(09 settembre 2010)
Fonte: Messaggero Veneto

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