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sabato 12 giugno 2010

Il Piemonte è una seconda Romania

cronaca
07/06/2010 - INTERVISTA "Il Piemonte è una seconda Romania
Gente onesta, ma attenzione ai rom"

Bopa collabora da 6 anni con le forze dell'ordine italiane

Intervista al poliziotto rumeno
che aiuta carabinieri e polizia
ANGELO CONTI

TORINO
Il colonnello Ioan Bopa è il colonnello della Polizia Rumena che da sei anni collabora con le forse dell’ordine italiane per reprimere i reati commessi dai rumeni in Italia. Oggi era a Torino per illustrare, insieme al procuratore capo Giancarlo Caselli, l’operazione conclusa dei carabinieri contro un’organizzazione che sfruttava prostitute, anche minorenni, fatte giungere dalla Romania. S’è mostrato particolarmente contento del risultato dell’operazione: «Sì, ci tenevamo molto. Perchè il gruppo individuato a Torino era attivo in diverse nazioni: oltre che in Italia anche in Grecia, Turchia, Spagna e Regno Unito. Una fitta rete di prostitute capace di generare un forte traffico di denaro».

Molte di queste ragazze sono state ingaggiate ancora minorenni, alcune andavano ancora a scuola. Come è possibile tanta ingenuità? Queste ragazze non sanno cosa vengono a fare in Italia?
«I media rumeni danno sempre spazio agli arresti di nostri connazionali per lo sfruttamento di ragazze spesso giovanissime. Quindi c’è una precisa conoscenza di questo pericolo. Ma molte di queste ragazze si illudono di poter lasciare alle spalle una vita di stenti e credono a promesse di lavori puliti o, in qualche caso, anche di matrimoni con giovani più ricchi di loro. Poi, una volta in Italia, non possono più uscire dal giro. Spesso vengono vendute, anche per soli 2/3.000 euro».

Per fare arrivare in Italia vengono corrotti anche funzionari doganali rumeni...
«Sì, lo sappiamo. Le minorenni non possono espatriare da sole. Ma sappiamo che, soprattutto sul confine verso l’Ungheria, è facile avere via libera con una dichiarazione fasulla e con una buona mancia. Grazie all’indagine dei carabinieri abbiamo già individuato i responsabili: verranno processati e puniti in Romania».

La sua task-force di poliziotti rumeni in Italia appare super impegnata...
«Certo, in questo momento siamo solo in sei, compreso me che li coordino. Questo, secondo le nostre stime, di fronte a circa 1,4 milioni di rumeni in Italia, 300.000 dei quali sono in Piemonte. Proprio il Piemonte concretizza la maggior concentrazione di rumeni al mondo, al di fuori dalla nostra nazione».

I problemi non mancano, la criminalità rumena nemmeno...
«Certo, ma molti delle persone arrestate in Italia erano già criminali da noi. Purtroppo gettano fango sulla tanta gente rumena che lavora, che fatica, che aiuta le proprie famiglie e, con il suo lavoro, anche l’Italia».

E il problema dei rom...?
«Irrisolvibile. Sono stati un problema enorme anche in Romania, per decenni. Sono nomadi, non si riesce ad integrarli in nessun modo. Ceausescu aveva persino provato a collocare un gruppo famigliare in ogni comune, cercando di disgregare le tribù più agguerrite integrando le singole famiglie. Non è bastato. Sono tornati a compattarsi ed ora hanno invaso anche l’Italia. Difficile contrastare gente che ha una tradizione e una cultura lontane dalla legalità».

Fonte: LA STAMPA

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