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mercoledì 3 agosto 2011

De Serio: raccontiamo l'Italia disperata


Unico film italiano in corsa per il Pardo d'oro
02 agosto

MILANO - Una umanità dolente in cui la sofferenza di ognuno si rispecchia in quella dell'altro e in cui non sembra esserci una via d'uscita. E invece, quasi fosse un miracolo, talvolta lo specchio della vita riserva sorprese e da un inferno materiale può nascere una salvezza morale. E' forse questa, in estrema sintesi, la chiave di lettura di 'Sette opere di misericordia' dei registi gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio, unico film italiano nel Concorso internazionale del Festival del cinema di Locarno.

Il primo lungometraggio della coppia è stato girato in cinque settimane nella periferia di Torino, che però rappresenta una qualunque periferia di una qualsiasi grande città. Qui Luminita (l'attrice Olimpia Melinte), una giovane clandestina romena che vive ai margini in una baraccopoli, sul volto una disperazione antica, ha un piano assurdo per uscire dalla sua situazione. Con questo progetto si imbatte in Antonio (Roberto Herlitzka, l'Aldo Moro di 'Buongiorno notte' di Marco Bellocchio), un anziano emaciato e malato che sopravvive di piccoli traffici.

Da una storia di sopraffazione dell'una sull'altro, da uno scontro duro l'opera si inclina su un piano spirituale in cui la povertà viene vinta dalla pietà intesa letteralmente come pietas. In questa chiave le sette opere corporali - dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati e seppellire i morti, nella versione del Vangelo secondo Matteo, scanditi durante il racconto da cartelli - si fanno realtà concreta, si fanno umanità tangibile.

"Il film si sviluppa attorno a personaggi complessi, in una totale assenza di buoni e cattivi - spiegano i registi -. Antonio e Luminita mettono a nudo la crisi di una società che esiste, che circonda le nostre vite. Rappresentano due società diverse ma vicine, due momenti storici differenti, l'Italia dell'immigrazione interna degli anni '50 e quella contemporanea che ha visto sorgere una nuova schiavitu' e nuovi poveri, in una storia che li vede, loro malgrado, uniti".

"E' il punto di arrivo di una ricerca per esempio sulla perdità dell'identità. Richiamiamo l'iconografia - spiegato i fratelli De Serio - della storia dell'arte e del ritratto. Il suono è fondamentale: i pochi dialoghi sono immersi nel rumore della città". Il film, indipendente, è costato intorno ai 700-800 mila euro. Domani sera il Festival di Locarno, che propone complessivamente circa 270 opere apre, in Piazza Grande, con 'Super 8' di J.J.Abrams, l'osannato regista di 'Lost', prodotto da Steven Spielberg. Una storia di un gruppo di ragazzi che vuole riprendere con una telecamera retrò degli zombie.

di Claudio Scarinzi

Fonte: ANSA

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