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domenica 28 agosto 2011

Omicidio Scazzi. L'ex badante chiede i danni a Sabrina

di MIMMO MAZZA
TARANTO - «Mi voglio togliere la vergogna, voglio essere riabilitata». Nel suo italiano incerto, Maria Eucaterina Pantir - la badante rumena della famiglia Scazzi - affila le armi e si affida all’avvocato tarantino Luigi Palmieri per costituirsi parte civile lunedì prossimo contro Sabrina Misseri in occasione dell’udienza preliminare che si svolgerà dinanzi al giudice Pompeo Carriere. Oltre che di sequestro di persona e omicidio volontario, la giovane di casa Misseri risponde infatti anche di calunnia nei confronti della Pantir in quanto «interrogata dai carabinieri di Avetrana - si legge nel capo di imputazione - in ordine alla scomparsa di Sarah Scazzi, a mezzo delle sue dichiarazioni, accusava, pur sapendola innocente, di tale scomparsa Maria Eucaterina Pantir, all’epoca dei fatti badante in casa Scazzi».

La giovane rumena un anno fa si occupava dello zio di Concetta Serrano, mamma di Sarah, e dunque era ogni giorno a contatto con Sarah. L’8 settembre 2010, una decina di giorni dopo la scomparsa della 15enne, Sabrina fu convocata dai carabinieri, ai quali disse, tra l’altro: «Mi viene da ricondurre, quale altra persona ipoteticamente coinvolta nella scomparsa di mia cugina, la badante rumena di nome Maria e già nota a voi carabinieri. Tali mie personali considerazioni scaturiscono da un radicale cambiamento comportamentale della predetta, in quanto prima della scomparsa di mia cugina, si intratteneva continuamente in conversazioni telefoniche di cui sconosco gli interlocutori, trascurando il proprio lavoro di assistenza a persona disabile, mentre attualmente avuta notizia e contezza della scomparsa, ha ridotto al minimo indispensabile il suo tempo trascorso al telefonino. A rafforzare questa mia ricostruzione mentale, è proprio una esternazione rivolta all’indrizzo della mamma di Sarah, ed in mia presenza, con la quale la badante rumena si preoccupava della possibilità, in virtù delle indagini, di essere anche lei sotto intercettazione telefonica. Non solo - proseguì Sabrina - ma lei era una delle poche persone, escluse io, Sarah e Mariangela, compresi i genitori di Sarah, a sapere che avevamo intenzione di recarci al mare il giorno della scomparsa, e soprattutto era certa del momento dell’uscita di Sarah dalla propria abitazione. Non solo: la badante è talmente tanto informata delle faccende domestiche della famiglia di Sarah, che anche mia zia, per ricordarsi i dettagli dei momenti salienti della scomparsa di Sarah, chiedeva alla ragazza rumena».

«Non abbiamo quantificato una somma quale risarcimento danni - spiega alla Gazzetta l’av - vocato Palmieri - in quanto l’obiettivo principale che ci poniamo è quello di riabilitare la figura di una persona che fu additata come corresponsabile della fine di Sarah. In molti dubitarono di lei, ci furono ripercussioni di carattere personale anche se ora Maria è tornata a lavorare come badante proprio ad Avetrana».

Il giudice ha intanto autorizzato l’avvocato Nicola Marseglia, difensore di Sabrina Misseri con il prof. Franco Coppi, ad acquisire le lettere che Michele Misseri ha spedito in carcere a moglie e figlia nei giorni scorsi, dichiarandosi ancora una volta responsabile del delitto. Michele Misseri si è barricato in casa in attesa dell’udienza di lunedì, reicprendo di un telo verde il cancello e la ringhiera per evitare lo sguardo di curiosi ma anche footgrafi e telecamere, la cui prtesenza si sta già intensificando alla vigilia del 26 agosto, quando ci sarà il primo anniversario della scomparsa di Sarah.
24 Agosto 2011

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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