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domenica 8 settembre 2019

«Conto corrente negato perché romena»



La denuncia di una donna da 21 anni in Italia. La replica dell’istituto: «Voleva fare tutto in un giorno, non si poteva»

«Si sono rifiutati di aprire il conto corrente a mia sorella perché romena. È da 21 anni che sono in Italia ed è la prima volta che subisco un trattamento di discriminazione razzista». Il caso denunciato da V. S., che tra l’altro lavora per un istituto di credito e che fa da interprete in tribunale a Treviso,
finirà sul tavolo dell’Abi (l’Associazione bancaria italiana) e potrebbe sfociare anche in una denuncia ai carabinieri. Dalla filiale di banca Bper in via Cadorna però ricostruiscono la vicenda in una diversa maniera: «L’apertura di un conto corrente per non residenti richiede un po’ di tempo in più per fare accertamenti. La signora però voleva fare tutto in un giorno senza consentirci di fare le operazioni necessarie. Non c’è stato niente di personale».

gli assegni

I fatti si sono svolti nella giornata di mercoledì. La donna, che vive da 21 anni in Italia, si era recata nella filiale Bper di Treviso, a seguito di un colloquio telefonico con il servizio clienti della banca. «Quindi, seguendo le loro istruzioni», spiega la donna, «volevo aprire un conto corrente non residenti intestato a mia sorella, residente in Romania, che si trovava qui in Italia per svolgere un lavoro stagionale in provincia di Rimini. Il lavoro è stato correttamente regolarizzato con contratto di lavoro scaduto il 31 agosto, sempre pagato con assegni non trasferibili emessi dalla filiale di Bellaria di Bper». La sorella però non ha mai incassato gli assegni nella filiale che li ha emessi sia perché gli orari di apertura non combaciavano con i suoi orari di lavoro, sia perché non sono stati concessi permessi per poterlo fare. «Mia sorella», aggiunge, «pensava comunque di poter incassarli in una qualsiasi filiale sul territorio. Fatto sta che ora mia sorella si trova qui da me, in provincia di Treviso, in attesa di ripartire per la Romania e abbiamo provato a capire se potesse incassare questi assegni. Per farla breve, l’apertura del conto non residenti ci è stata negata con veemenza senza alcun motivo se non quello che il direttore (non presente a detta degli impiegati) non vuole aprire alcun conto corrente per non residenti».

la protesta

«Tengo a precisare che il prodotto fa parte dell’elenco dei prodotti proposti da Bper, sito consultato anche prima di andare in filiale», spiega, «invece semplicemente dopo aver guardato la provenienza sul passaporto di mia sorella, è cominciata una storia di negazione da parte dei dipendenti. Abbiamo chiesto che venisse fatta una verifica a tal riguardo. Tengo a precisare che in 21 anni di vita in Italia non ho mai ricevuto un trattamento razzista come è avvenuto ed episodi di discriminazione razziale da me subiti nella giornata odierna spero non avvengano più in futuro». Dalla banca respingono però l’accusa: «La signora chiedeva di aprire il conto corrente e di cambiare gli assegni nell’immediato. Un’operazione impossibile per il numero di operazioni di controllo da effettuare per aprire un conto corrente per non residenti. Noi le abbiamo semplicemente proposto di fissare un appuntamento per effettuare tutti i passi necessari, ma la signora, dato che l’operazione non poteva essere effettuata subito, ha scelto di andarsene». «Non è vero», è la controreplica della donna che sta valutando anche di presentare una denuncia ai carabinieri, «sapevo perfettamente che i soldi non potevano esser incassati subito, ma in tre giorni. Eravamo andati da loro perché aprendo il conto in un’altra banca, come poi abbiamo fatto, avremmo aspettato sette giorni. Valuteremo ora se procedere con una denuncia».

di Giorgio Barbieri
Fonte: TribunaTreviso

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