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venerdì 20 settembre 2019

Svelato il mistero della scomparsa di Elisaveta Alina Ambrus - La 29enne che ha abbandonato la figlia neonata al Salamaro


Feto nel cassonetto, la madre è stata rintracciata in un carcere di Londra. La piccola, perfettamente sana anche se nata prematura oggi avrebbe avuto sei anni e sarebbe stata in prima elementare. Della mamma è rimasta una fototessera di quando faceva la “dama di compagnia” e aveva venti anni.

Svelato il mistero della scomparsa di Elisaveta Alina Ambrus, la ballerina di night 29enne d’origine romena che il 2 maggio 2013 ha dato alla luce una bambina settimina il cui cadavere è stato abbandonato dalla donna in un bidone al Salamaro.

Adesso il tribunale, che vuole sentirla nel processo in corte d’assise per omicidio volontario e occultamento di cadavere in concorso all’infermiere presunto complice, dovrà decidere se proseguire con la richiesta di rogatoria internazionale oppure chiedere l’estradizione in Italia della donna. Il nodo sarà sciolto martedì, quando è prevista la prossima udienza.

La Ambrus fu ripresa dalle telecamere di videosorveglianza di una pizzeria, mentre gettava il corpo della neonata tra i rifiuti in via Solieri, dopo essere scesa con in mano un “fagotto” dall’auto dell’infermiere 59enne Graziano Rappuoli, di Tuscania. Sarebbe stato lui a procurarle il farmaco abortivo e la stava accompagnando da San Faustino all’ospedale di Belcolle in seguito a una copiosa emorragia post partum.

La Ambrus era stata rintracciata e fermata a settembre dell’anno scorso dall’Interpol a Londra. Il 13 dicembre 2018 era prevista l’udienza di estradizione, poi rinviata a febbraio, quindi se ne erano perse le tracce.

Tutti vogliono sentire la sua versione al processo in corte d’assise al presunto complice, difeso dall’avvocato Samuele De Santis, che le avrebbe procurato la ricetta falsa del farmaco abortivo. Lo scorso 17 giugno il tribunale, essendo la 29enne irrintracciabile sia in Romania che in Gran Bretagna, ha deciso per la rogatoria internazionale, fissando al 24 settembre un’udienza al solo scopo di predisporre le domande.

Nelle scorse settimane l’ultimo colpo di scena. Nel prosieguo delle ricerche è emerso che la donna non si sarebbe mai volatilizzata facendo perdere le sue tracce ma, in seguito all’arresto dell’anno scorso, sarebbe tuttora reclusa in un carcere di Londra, dove sta scontando la pena definitiva a cinque anni.

Cinque anni di reclusione sono la pena inflittale a febbraio 2018 dalla corte d’appello di Roma, che ha dimezzato la condanna a 10 anni del primo grado di giudizio, con lo sconto di un terzo del rito abbreviato celebrato a Viterbo, riqualificando il reato da omicidio volontario, per cui il pm Franco Pacifici aveva chiesto l’ergastolo, a feticidio.

Diversa la sorte dell’infermiere, che ha scelto il rito ordinario e rischia l’ergastolo. Per lui il processo, tuttora in corso davanti alla corte d’assise, è iniziato il 24 febbraio 2017. Una decina le udienze celebrate finora.

di Silvana Cortignani
Fonte: TusciaWeb

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