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giovedì 11 dicembre 2008

Diritto di libera circolazione e di soggiorno dei cittadini dell'UE e delle loro famiglie


10/12/2008

La Commissione ha adottato oggi una relazione sull'applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente sul territorio degli Stati membri. La relazione giunge alla conclusione che il recepimento della direttiva è nel complesso piuttosto deludente e delinea le iniziative previste dalla Commissione affinché gli Stati membri migliorino le loro leggi e pratiche amministrative in modo da evitare che siano lesi i diritti dei cittadini dell’UE.

Il vicepresidente Jacques Barrot, commissario responsabile del portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza, ha dichiarato: “La libera circolazione delle persone è una delle libertà fondamentali del mercato interno, a beneficio dei cittadini dell’UE, degli Stati membri e della competitività dell’economia europea. Se la legislazione UE in questo settore è attuata in modo carente, il rischio è che vengano violati i principi che formano le fondamenta stesse della costruzione europea. Ecco perché la Commissione intende moltiplicare gli sforzi affinché i cittadini dell’UE e le loro famiglie fruiscano realmente e pienamente dei diritti conferiti dalla direttiva. Per questo, farà ampio uso dei poteri che le conferisce il trattato, avviando se necessario procedimenti d’infrazione, fornendo orientamenti agli Stati membri e garantendo che i cittadini dell’UE siano informati sui loro diritti”.

La direttiva 2004/38/CE crea uno strumento giuridico unico in materia di libera circolazione dei cittadini dell’UE e dei loro familiari. Stabilendo formalità amministrative semplici, conferisce ai cittadini dell’UE e ai loro familiari il diritto di soggiorno permanente dopo cinque anni di soggiorno nello Stato membro ospitante ed estende, a determinate condizioni, il diritto al ricongiungimento familiare ai partner che hanno contratto un’unione registrata.

Gli Stati membri erano tenuti a mettere in vigore le disposizioni legislative e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva entro il 30 aprile 2006. Uno dei compiti della Commissione è accertarsi che le leggi dell’UE siano effettivamente applicate a livello nazionale o locale, a beneficio dei cittadini dell’Unione. Dopo due anni e mezzo, è il momento di valutare in che modo gli Stati membri abbiano rispettato quest’obbligo.

Tutti gli Stati membri hanno adottato leggi nazionali per proteggere il diritto dei cittadini dell’UE e dei loro familiari di circolare e soggiornare liberamente sul territorio dell’Unione.

Sebbene in certi settori le normative nazionali riservino ai cittadini dell’UE e ai loro familiari un trattamento migliore di quello imposto dalla legislazione europea, nessuno Stato membro ha recepito in modo effettivo e corretto l’intera direttiva e nessun articolo della direttiva è stato recepito in modo effettivo e corretto da tutti gli Stati membri.

Nel complesso, il recepimento della direttiva è piuttosto deludente.

Soltanto Cipro, la Grecia, la Finlandia, il Portogallo, Malta, il Lussemburgo e la Spagna hanno adottato correttamente più dell’85% delle disposizioni della direttiva.

In Austria, Danimarca, Estonia, Slovenia e Slovacchia il recepimento è corretto per meno del 60% di tali disposizioni.

Il problema è attenuato dal fatto che, almeno in numerosi casi, le disposizioni recepite in modo scorretto sembrano applicate correttamente dai giudici e dalle autorità nazionali, malgrado manchino chiari orientamenti scritti per l’esercizio del potere discrezionale giudiziario e amministrativo in questo settore.

La violazione continua dei diritti cruciali dei cittadini dell’UE nell’esercizio del diritto di libera circolazione sul territorio dell’UE si constata soprattutto in relazione ai seguenti fenomeni:

• il diritto di ingresso e soggiorno dei familiari che sono cittadini di paesi terzi (problemi legati ai visti d’ingresso o all’attraversamento delle frontiere, condizioni per ottenere il diritto di soggiorno non previste dalla direttiva, ritardi nel rilascio delle carte di soggiorno)

• l’obbligo per i cittadini dell’UE di presentare a sostegno della domanda di soggiorno documenti non previsti dalla direttiva.

Spetta agli Stati membri assicurare che siano rispettati i diritti dei cittadini dell’UE e che i cittadini dell’UE siano informati dei loro diritti.

La Commissione proseguirà la sua collaborazione tecnica con gli Stati membri, grazie alla quale sono già state individuate varie questioni da discutere e chiarire ulteriormente, soprattutto per quanto riguarda i reati e gli abusi.

La Commissione intende offrire informazioni e assistenza pubblicando, nella prima metà del 2009, linee direttive sulle molteplici difficoltà emerse a livello di recepimento o applicazione della direttiva.

La Commissione inoltre incoraggerà e sosterrà gli Stati membri nel lancio di campagne di sensibilizzazione destinate a informare i cittadini dell’UE sui diritti di cui godono in forza della direttiva.

Fonte: Commissione europea - L'Unione europea in Italia

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