La comunità romena si incontra e si racconta attraverso storie quotidiane, punti di vista, fatti di cronaca, appuntamenti e novità, per non dimenticare le radici e per vivere meglio la distanza dal paese natale.
Informazioni utili per i romeni che vivono in Italia, per conoscere le opportunità che la realtà circostante offre e divenire cittadini attivi.

Comunitatea Românească în Italia

Locul unde comunitatea românească se regăsește zilnic în știri, noutăți, mărturii, informații și sfaturi, pentru a nu uita rădăcinile și a trăi mai bine departe de țara natală. Informații utile pentru românii care trăiesc în Italia, despre oportunitățile pe care le oferă realitatea din jur și pentru a deveni cetățeni activi.

Bun găsit pe site! Benvenuto!

Comentează articolele publicate! Commenta gli articoli pubblicati!

lunedì 15 dicembre 2008

Partinico, ospedale sotto accusa


Indagini su quattro neonati morti in 5 mesi. Reazione dei familiari
di Romina Marceca

Michaela è la quarta mamma, in cinque mesi, che uscirà dall´ospedale Civico di Partinico senza portare in braccio il bimbo che aveva sognato. Michaela ha 26 anni, è rumena, piange e si dispera toccandosi il ventre distesa sul letto della degenza numero 1 del reparto di Ostetricia e Ginecologia. Per la morte del suo piccolo sono stati indagati in sette tra medici, ostetrici e infermieri.

Il piccolo è venuto al mondo senza vita quattro giorni fa. Per gli indagati l´accusa è di omicidio colposo. «Un atto dovuto», fanno sapere dalla Procura, in attesa che martedì si svolga l´autopsia. Intanto i carabinieri di Partinico, coordinati dal pm Emilio Pisante, hanno sequestrato la cartella clinica con i relativi tracciati. È il quarto caso in 5 mesi che si verifica nell´ospedale della cittadina. E così con gli ultimi sette sono 21 i sanitari sotto inchiesta.

«Giustizia per mio figlio? Nessuno me lo riporterà. La denuncia l´ha fatta mio marito, io voglio tornare in Romania, al mio Paese». È una donna senza forze Michaela, capelli biondi, gote rosa e occhi celesti. Sola, nella sua stanza, stringe le spalle dentro una vestaglia in pile arancio con tante macchinine e cuoricini stampati. Nella camera accanto ci sono due mamme all´apice della gioia, hanno partorito da poche ore. Tutto bene, stringono i loro fagottini al seno. Una donna scende le scale: ha un grosso pancione, ha appena terminato il controllo in attesa del parto che sarà a breve. «Ho sentito delle morti sospette. Devo dire che mi trovo bene qui. Mi segue un medico molto bravo, ma non posso negare che mi ha sfiorato la tentazione di rivolgermi ad un´altra struttura soprattutto per suggestione».

I genitori degli altri bimbi morti nel reparto nei mesi scorsi hanno deciso di incontrarsi per cercare di confrontare le loro storie. L´hanno fatto ieri davanti all´ospedale che - qualunque sia l´esito delle indagini - ha lasciato in queste giovani coppie un ricordo amaro. La ricerca della verità è l´arma che hanno deciso di utilizzare per sconfiggere la tristezza per quella felicità negata. «Non cerchiamo il mostro, vogliamo solo sapere cosa è accaduto. Se emergeranno delle colpe, allora chiediamo la chiusura del reparto - dicono in coro i coniugi Mendola e Lo Iacono - Il nostro desiderio è che si comprenda a fondo cosa sia successo nel tempo che ha preceduto il parto e negli attimi successivi. Metteremo in contatto i nostri avvocati e se la magistratura svelerà delle negligenze ci attendiamo un provvedimento».

Antonio e Maria Giusy Mendola hanno aperto la stagione dei casi sospetti di malasanità nel reparto dell´ospedale di Partinico. La loro piccola, Maria Sofia, è morta dodici ore dopo la nascita il 14 luglio scorso. Gli esiti dell´autopsia scagionano da una parte due dei quattro indagati - gli ostetrici - ma definirebbero, dall´altra, presunte responsabilità del pediatra Leonardo Salvia e della puericultrice Rita Romano. Per loro - secondo le conclusioni dei periti del pm - si sarebbe profilato un atteggiamento negligente in concorso nei confronti della piccola paziente.

L´indagine medica ha rilevato la mancanza di un enzima che avrebbe dovuto - come accade per tutti i neonati - creare una superficie utile, un dilatatore, che permette ai polmoni di funzionare a regime. Le indagini del pm Pierangelo Padova sono già concluse. L´avvocato Salvatore Giordano, legale di Rita Romano, ribatte: «Siamo certi di potere dimostrare l´assoluta innocenza della mia assistita che lavora da 30 anni».

È una coppia di giovanissimi quella dei Lo Iacono. La moglie, Cristina, ha 23 anni: «Johnny era il terzo figlio, è venuto alla luce già morto, due settimane dopo la vicenda di Maria Sofia, proprio come nel caso della signora romena. Mi sento molto vicina a lei in questo momento e spero che si riprenda presto. Noi faremo di tutto per fare in modo che i nostri bambini non vengano dimenticati».

Hanno dato la loro disponibilità al confronto ma non se la sono sentita di partecipare all´incontro tra genitori i coniugi Tinervia. Il loro dolore è ancora troppo recente. La loro piccola, Nicole, era nata viva il 22 novembre. Per lei erano sorti subito alcuni problemi respiratori. La corsa all´ospedale Ingrassia per il ricovero nel reparto di Neonatologia, che manca a Partinico, purtroppo non è servita. Nei quattro casi che si sono verificati ci sono alcune affinità ma anche delle divergenze, la Procura dovrà verificare se siano state determinate dalla fatalità oppure da un atteggiamento negligente da parte dei medici. Le inchieste al momento sono condotte da quattro magistrati diversi.

Che non escludono di confrontarsi a loro volta su quanto emerso dalle indagini. Tra le decisioni che i magistrati potrebbero prendere in considerazione c´è quella di chiedere al Nas una verifica sui macchinari in dotazione al reparto, tra cui quello per i tracciati.
(13 dicembre 2008)

Fonte: La Repubblica.

Nessun commento:

Posta un commento