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sabato 13 dicembre 2008

Donna annegata a Monterotondo


Un testimone: «Così l'ho vista morire»
di Veronica Cursi

ROMA (12 dicembre) - «L’ho vista morire quella donna, intrappolata nella sua auto, sommersa da metri di acqua e fango. Ho visto quella macchina risucchiata dentro il sottopassaggio e non ho potuto fare niente per salvarla». Non riesce a levarsi quelle immagini dagli occhi, Nello, il romeno che ieri mattina, all’alba, mentre usciva da casa per andare a lavorare in una ditta edile di Monterotondo, ha assistito senza poter far nulla alla morte di Bruna Carrara, la donna di 54 anni, uccisa dal maltempo.

L’auto su cui viaggiava, una twingo nera, è stata sommersa da quattro metri di acqua e fango nel sottopasso di via Monte Sant’Ilario, la strada che faceva tutte le mattine per andare a lavorare come donna delle pulizie in una ditta di trasporti sulla Tiburtina. Alle cinque del mattino quel sottopasso già allagato dalle piogge della notte, si è trasformato in una trappola mortale. La macchina si è impantanata e in pochi minuti il sottopassaggio si è riempito di acqua, bloccando le portiere dell’auto. Bruna ha avuto appena il tempo di chiamare la sua amica del cuore, di urlargli: «corri, sono intrappolata», prima di morire uccisa dall’acqua «la sua più grande fobia», racconta chi la conosceva bene. Forse proprio perché terrorizzata non ha pensato di rompere un finestrino. «Ho visto l’auto intrappolata - racconta il romeno che ha tentato di salvarla - mi sono avvicinato ma c’era la corrente troppo forte, ho anche provato ad arrampicarmi sul ponte ma è stato tutto inutile».

La macchina è stata estratta dai sommozzatori dei vigili del fuoco, intervenuti sul posto insieme ai carbinieri, solo alle 12.40. Dopo sei ore. Bruna, separata,mamma di un figlio di 30 anni, era sul sedile posteriore dove, probabilmente, si era spostata per cercare di salvarsi. Per far luce sulla sua morte la procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti per accertare se le cause dell’allagamento siano dovute al maltempo o ad una cattiva manutenzione. E intanto tra Monterotondo e il Campidoglio è scontro su eventuali responsabilità. Per il sindaco di Monterotondo, Antonino Lupi: «È l'esondazione dell'attiguo fosso del Casale, situato all’interno del comune di Roma, la causa dell'allagamento. Abbiamo più volte sollecitato le amministrazioni ad effettuare interventi manutentivi». A replicare è il Campidoglio: «La competenza su questa strada non è nostra ma del Consorzio di Bonifica del Tevere e dell'Agro romano».

Fonte: Il Messaggero.

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