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sabato 19 settembre 2009

Roberto Abbado "Brunetta non conosce le orchestre"

di Gregorio e Moppi

Rimbalza fino a Bucarest la notizia della contrarietà del ministro Brunetta ai finanziamenti pubblici allo spettacolo. E dalla capitale romena, dove si trova l´orchestra del Maggio musicale fiorentino diretta da Roberto Abbado, non si fanno attendere le repliche. «Brunetta non conosce il lavoro dei musicisti», dice Abbado. Il maestro milanese, sollecitato dalla stampa a commentare le dichiarazioni del ministro riguardo a orchestre e cultura (tra cui «accostare lo spettacolo alla cultura è un grande imbroglio»), resta quasi senza parole. «Mi sembra che chi fa certe affermazioni sia evidentemente poco informato su quanto lavoro ci sia dietro un´esecuzione musicale: ore e ore di studio, applicazione, professionalità, bravura, esposizione fisica e psichica. Chi parla dovrebbe informarsi meglio, andare di più nei teatri a vedere come e quanto si lavori». E a proposito di Firenze aggiunge: «Il Maggio, come tutte le istituzioni musicali italiane, vive una situazione di drammatica emergenza: attendiamo il nuovo teatro, ma ora la priorità è la sopravvivenza e la continuità di una tradizione storica imprescindibile. Firenze poi è la città più elegante del mondo: spero le si eviti lo scempio della tramvia al Duomo». Dichiarazioni arrivate al termine del primo concerto del Maggio a Bucarest, per il festival intitolato al compositore romeno George Enescu. Salutato da tanti battimani e standing ovation, domenica il Maggio ha suonato nella Sala Mare a Palatului capace di quattromila posti (era il luogo delle assemblee del Partito comunista). E ieri podio è salito il romeno Cristian Mandeal. Ad ascoltare Abbado c´era il ministro della cultura Theodor Paleologu, che ha affermato invece di credere necessario il finanziamento pubblico per la cultura, e annunciato l´intenzione di venire presto in Italia per incontrare il collega Bondi. Intanto all´intervento di Brunetta reagisce pure Enrico Brogi, presidente della Commissione regionale cultura: «Non spetta a un governo decidere cosa è cultura. Noi pensiamo che il cinema, i grandi concerti, il teatro siano tutte espressioni della cultura di un popolo».(15 settembre 2009)

Fonte: L'Espresso

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