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lunedì 21 settembre 2009

Scuola: l'Itis festeggia l'arrivo degli studenti immigrati


di Marco Severo
La Gelmini alza muri, l’Itis di Parma li scavalca. Con un sorriso la scuola di via Toscana apre le porte agli studenti immigrati, filippini e magrebini e esteuropei. Sono circa 70, quest’anno, i nuovi iscritti d’origine estera all’istituto diretto da Nicola Nucci. Per loro la quarta A elettro-chimica, la quinta B elettronica e la quinta B elettrotecnica hanno preparato una festa di accoglienza con musica e buffet. La cerimonia, fusi orari a parte, si svolge in contemporanea in altre quattro scuole europee: dalla Francia alla Spagna, alla Romania e al Portogallo. L’i niziativa, interna al progetto Comenius per le superiori, si chiama ‘Europa, un puzzle di culture' e non è esattamente conforme all’a ria che tira nel Governo. Se Mariastella Gelmini dice di voler limitare al 30 percento la presenza straniera nelle scuole, l’Itis con una scrollata di spalle tira dritto e attacca con la musica.
Il primo brano, accompagnato da una chitarra acustica, è Knockin’on Heaven’s door di Bob Dylan: nel testo si parla, non per niente, di distintivi e di pistole da sotterrare per sempre. La festa può iniziare. Nell’atrio della scuola ci sono decine di studenti neo-italiani: occhi a mandorla, capelli biondi e carnagioni scure. Il benvenuto lo danno i ragazzi parmigiani, con la consegna di una spilla portafortuna a forma di coccinella: “La tradizione appartiene al popolo romeno, abbiamo voluto riprenderla per dare una testimonianza di apertura e condivisione” spiega Amalia Fracassi, una delle docenti coordinatrici del progetto insieme a Francesco Caffarra e a Angela Marchetti. C’è un maggiolino per ciascun nuovo iscritto, tra gli applausi e le risa. Qualcuno sbaglia i nomi al microfono, ma fa lo stesso: “Scusate se storpio le parole senegalesi” strizza l’occhio il giovane speaker. I filippini si divertono e si vede, i centro-africani ballano, i moldavi stanno più in disparte. Tutti apprezzano però: “Ci sentiamo accolti, è bello studiare all’Itis perché non ti fanno sentire diverso” dicono questi ultimi.
“Si può fare” ragiona serio uno studente italiano: “Se credo davvero a questo progetto? Penso che possa funzionare” risponde senza sbilanciarsi ma con un atto di fede: “E’ dalla scuola che parte l’integrazione, no?”. La pensano così, ovvio, i tre docenti promotori: “L’idea è quella di costruire in aula le basi della convivenza e di una nuova Italia” dice Caffarra. Nei primi passi verso il multi-culturalismo l'Itis non è solo. A fargli compagnia ci sono quattro scuole di Francia, Romania, Spagna e Portogallo, le stesse che la scorsa primavera parteciparono a un viaggio-condivisione a Lisbona. “E’ il terzo anno consecutivo che aderiamo all’iniziativa – dice la Marchetti – segno che l’Itis crede davvero all’incontro fra popoli e culture”. Ci credono di sicuro i genitori degli studenti, che hanno fatto arrivare a scuola più di 30 torte per il buffet. A tavola, è noto, non si bada troppo al colore della pelle. Sui banchi, sotto le pizzette, stanno tovaglie e fazzoletti gialloblu. Sullo sfondo, un murales fatto di colori e puzzle. E’ l’unico muro che l’Itis consente di erigere.
Fonte: La Repubblica di Parma

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