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sabato 17 aprile 2010

I romeni, persone perbene

I NUOVI ITALIANI di Corrado Giustiniani
I romeni, persone perbene

I romeni che vivono in Italia sono persone perbene. Nel 2008 soltanto il 3 per cento di loro ha subito una denuncia. La stragrande maggioranza non ha problemi con la nostra giustizia. E' questo il dato più eclatante fra i molti che balzano fuori da una ricerca socio-statistica condotta dalla Caritas italiana e dalla Caritas romena, e pubblicata in doppia lingua con il titolo I romeni in Italia tra rifiuto e accoglienza (editore Sinnos-Eidos, 200 pagine, 15 euro). E' il dato più eclatante, dicevo, per il semplice fatto che contrasta e anzi demolisce un diffuso luogo comune, un pregiudizio radicato soprattutto nei ceti più bassi e meno istruiti: che i romeni siano un popolo di delinquenti.

Intanto, ormai un immigrato su quattro in Italia giunge dalla Romania. La popolazione residente di questo paese viene stimata infatti dalla Caritas in 1 milione e 110 mila persone in media, rispetto ai 953 mila romeni valutati dall'Istat nel 2008, che non consideravano i ritardi nell'iscrizione anagrafica. Per essere esatti, dunque, è romeno il 24,5 per cento degli immigrati ufficiali in Italia. Ma, sempre nel 2008, erano pari a 41.708 le denunce a carico di romeni, che corrispondono al 3,5 per cento della popolazione: scendiamo al 3 tenendo conto che alcune denunce riguardano la stessa persona.

Inoltre è diminuita negli ultimi anni la stessa propensione a delinquere per i romeni. Le denunce nei loro confronti sono sì aumentate, passando da 31.465 nel 2005 a 41.708, come già ricordato, nel 2008. Ma c'è un piccolo particolare: nello stesso arco di tempo questa popolazione è aumentata del 268 per cento. Più in generale, se i romeni costituiscono il 24,5 per cento degli immigrati, rappresentano però soltanto il 13,8 per cento delle denunce presentate contro cittadini stranieri. Pertanto delinquono meno della media degli immigrati.

Questo non significa, naturalmente, negare che esista la criminalità romena, che anzi preoccupa per il suo carattere violento e la ramificazione in svariate attività illecite (dallo sfruttamento della prostituzione, all'accattonaggio, alle frodi informatiche). Più semplicemente i dati debbono servire a dare giudizi più sereni e obiettivi. Si compiano tutti gli sforzi possibili per ridurre all'impotenza questi malviventi, senza infangare il nome della quasi totalità dei connazionali che sono persone perbene.

Notevole è il tributo dei cittadini romeni quanto a incidenti sul lavoro: nel 2008, secondo lo studio della Caritas, ne hanno subiti 21 mila 400, 48 dei quali mortali. Nello stesso anno sono stati assunti ben 175 mila residenti di quel paese, corrispondenti al 40 per cento dei nuovi contratti di cui ha beneficiato l'intera popolazione straniera: essere cittadini comunitari li ha avvantaggiati rispetto ad altre nazionalità. I romeni sono anche imprenditori: mettono in piedi 9 mila ditte all'anno, per un totale, a maggio del 2009, di 28 mila, con un primato nell'edilizia. Assicurano inoltre un notevole apporto di contributi previdenziali (1 miliardo e 700 milioni di euro l'anno) e pagano circa 1 miliardo di tasse.

Qualche altra curiosità: sono 105 mila i ragazzi iscritti nelle nostre scuole e 50 mila i bimbi romeni nati in Italia a partire dal 2000. Il 94 per cento dei romeni dichiara di aver contratto amicizie italiane, il 74 per cento di aver imparato la lingua dopo l'arrivo nel nostro paese e il 36 per cento, dunque più di uno su tre, a casa parla soltanto italiano.

Fonte: Il Messaggero.

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