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sabato 14 giugno 2008

Calderoli ha un'idea: I clandestini? Multiamoli!


I NUOVI ITALIANI di Corrado Giustiniani
pubblicato il 10-06-2008

Sul reato di immigrazione clandestina, pur messo già in pista con un disegno di legge, il governo continua ad avere le idee tutt'altro che chiare. Aveva affermato Silvio Berlusconi il 3 giugno scorso: «Penso che non si possa perseguire qualcuno per la permanenza non regolare nel nostro Paese, condannandolo con una pena, ma questa può essere un'aggravante se non commette un reato». Gli ha risposto Umberto Bossi: «Il reato di clandestinità deve essere un muro, è un momento per far capire che non è più come prima». Ha rincarato la dose Roberto Maroni il 9 giugno: «La mia opinione è che debba esserci il reato di immigrazione clandestina, che è lo strumento giuridico che ci consente il provvedimento di espulsione immediata».Espulsione? Non ci crede il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che il 7 giugno afferma in pubblico: «Il sistema delle espulsioni ha fallito, ora occorre accentuare il profilo deterrente». E lo dice davanti alla platea dell'Associazione nazionale magistrati il cui presidente Luca Palamara, lo mette in guardia: quel reato, con pene fino a quattro anni e arresto obbligatorio in flagranza «porterebbe a gravissime disfunzioni per il sistema giudiziario e carcerario», provocando ogni giorno «centinaia di udienze di convalida d'arresto e processi per direttissima» e mandando in tilt gli uffici giudiziari dell'Italia meridionale, più vicini agli sbarchi.Poi un colpo di scena. Esce allo scoperto Roberto Calderoli, con un'idea che semplifica le cose, da bravo ministro della Semplificazione legislativa. Tutto andrà affidato ai giudici di pace e dunque i tribunali non verranno ingolfati. Si eviterà il sovraffollamento carcerario, perché i clandestini verranno messi nei nuovi Cpt. E, infine, «si otterranno sentenze di espulsione immediata insieme alla sanzione pecuniaria».L'idea che un disperato delle carrette del mare (che sia clandestino vero e proprio, però, e non un chiedente asilo politico) debba portarsi dietro un sacchetto di banconote per pagare la “multa Calderoli”, salvo poi essere costretto a tornare indietro, conferisce a tutta la vicenda un sapore tragicomico. D'altra parte, sappiamo bene che l'ingresso clandestino avviene in un'assoluta minoranza di casi: quasi tutti entrano con un permesso turistico e diventano irregolari dopo, quando è scaduto. A Roma si direbbe: ma de che stamo a parla'! Ma la proposta di Calderoli diventerebbe dirompente se il governo pensasse di applicare la sanzione pecuniaria non solo a chi è entrato clandestinamente, ma a tutti gli irregolari in senso lato, quelli che sono arrivati con i documenti in regola e clandestini lo sono diventati dopo: centinaia di migliaia di persone. Del tipo: la multa la paghi adesso, quando la polizia ti becca, per l'espulsione si vedrà poi. Ma non crediamo possibile una “semplificazione” del genere, almeno fino a quando la legge non prevederà, contemporaneamente, un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro. Una via legale, insomma, ancorché circoscritta per quote, per venire a guadagnarsi il pane qui da noi.
Fonte : Il Messaggero

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